Fiba-Confesercenti

Fiba tra unità e divisioni: intervista a Vincenzo Lardinelli

I rischi e i vantaggi dell'atto formale, l'autosospensione dei rappresentanti toscani, l'unità sindacale e gli interessi economici in ballo: un dialogo con il presidente di Fiba-Confesercenti.

Vincenzo Lardinelli, le recenti dichiarazioni del sottosegretario Baretta sulle immediate evidenze pubbliche delle spiagge hanno scatenato la reazione delle associazioni di categoria, che chiedono un periodo transitorio di 30 anni. Nonostante ciò, conferma la sua fiducia nel governo?

pouf Pomodone

«Come ho già detto, non mi aspettavo che il sottosegretario ci difendesse nel contesto di un talk show costruito per massacrare la nostra categoria – anche se avrebbe di certo potuto essere più cauto. Ho comunque piena fiducia nel ministro agli affari regionali Enrico Costa, che anche nel recente incontro a Rimini ha dimostrato grande sensibilità al nostro problema. E posso assicurare che altissimi vertici del governo come Maria Elena Boschi sono pienamente ferrati sulla questione balneare, consapevoli della grave situazione e orientati verso la strada del doppio binario proposta dalla piattaforma sindacale Sib, Fiba, Oasi e Assobalneari. Questo non può che farmi piacere, perché il governo Renzi ha dimostrato di non essere disposto a cambiare idea, una volta che ha preso una decisione».

Nel frattempo, alcuni imprenditori balneari meno fiduciosi hanno deciso di utilizzare il salvagente dell’atto formale, che può far ottenere una nuova concessione di vent’anni. Qual è la posizione di Fiba-Confesercenti in merito a questa opportunità?

«La posizione di Fiba-Confesercenti è sempre stata chiara e netta: l’atto formale può essere una soluzione solo per alcuni, che comporta oltretutto notevoli rischi. È un po’ come giocare con le azioni in borsa, che possono portare grande fortuna, ma anche far perdere tutto. Visto che abbiamo la responsabilità di migliaia di aziende, come Fiba-Confesercenti abbiamo informato i concessionari nostri associati sui vantaggi e sui rischi dell’atto formale e abbiamo aiutato chi ha preso questa decisione a portare avanti la procedura di richiesta. Il nostro atteggiamento è stato di prudenza, informando e lasciando la decisione ai singoli come possibile soluzione individuale, poiché troppo soggettiva e con notevoli rischi in ballo, confermati da quanto avvenuto di recente in Lazio (vedi notizia). Personalmente, ritengo che il successo dell’atto formale dipenda in gran parte dall’orientamento della propria amministrazione comunale – e questo vale anche in Toscana, dove c’è stato un endorsement totale da parte della giunta regionale, ma dove per esempio abbiamo Comuni favorevoli come Camaiore e Viareggio e altri più cauti come Forte dei Marmi. Il mio consiglio a un imprenditore balneare che vuole intraprendere questa strada è dunque quello di capire innanzitutto se la sua amministrazione comunale è disposta a spendersi per difenderlo, poiché si tratta di un fattore determinante».

Lo scorso 20 gennaio Fiba Toscana si è autosospesa dal direttivo nazionale e ha portato avanti iniziative autonome. Perché non ha mai commentato questa vicenda?

«In ogni grande organizzazione è normale che ci sia una dialettica interna e che non tutto debba emergere. Con Fiba Toscana c’è una situazione ancora da chiarire e avremo modi e tempi per farlo. Questo però non cambia la linea nazionale di Fiba-Confesercenti, che non è mai stata unita come oggi: tranne la situazione toscana – su cui peraltro preciso che neppure tutti i rappresentanti territoriali hanno seguito l’autosospensione – non abbiamo avuto nessuna manifestazione di dissenso. Questo per noi è molto importante, poiché stiamo andando incontro a un momento estremamente delicato con una grande unità del nucleo sindacale che rappresenta la stragrande maggioranza degli imprenditori balneari italiani».

Tuttavia, da questa unità rimane fuori da un anno e mezzo Cna Balneatori. Un’unità pienamente completa può essere recuperata?

«Sono sicuro che le vere divisioni rischiano di arrivare più avanti, quando la trattativa col governo dovrà giungere a una conclusione e quando vedremo chi vorrà continuare un dialogo fruttuoso e chi invece vorrà continuare a serrarsi sull’Aventino. Comunque, finché Cna continuerà a impostare la sua richiesta in 30 anni di periodo transitorio per poi escludere le imprese dalle evidenze pubbliche, che è una richiesta priva di senso, non vedo margini di collaborazione. Ma credo che la stessa Cna non sia ormai più libera di scegliere, avendo smesso di fare politica sindacale perché costretta a rappresentare vari estremismi al suo interno».

Nei giorni scorsi in Confcommercio a Cervia è scoppiato un caso, con il gruppo degli albergatori che starebbe preparando un progetto per aggiudicarsi le spiagge all’insaputa dei balneari. Nella delicata vicenda delle concessioni ci sono mai state difficoltà nel conciliare i diversi interessi economici rappresentati dalla stessa confederazione, come anche Confesercenti?

«È molto facile pensare che Fiba possa essere accomodante nei confronti di altri interessi esistenti in Confesercenti. Ma nego queste illazioni e posso confermare la grande unità di linea scelta dalla nostra confederazione fin dall’inizio, con Assoturismo che tiene insieme tutte le associazioni legate al turismo: alberghi, stabilimenti balneari, campeggi, pubblici esercizi, eccetera. Di recente ho incontrato il presidente di Assoturismo Claudio Albonetti e il presidente di Asshotel Filippo Donati, con cui ho ottimi rapporti e con cui ho sempre lavorato all’unisono, senza mai ricevere “scherzi”. Albonetti è anche più volte intervenuto in nostre iniziative per appoggiare la causa dei balneari».

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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