Si è tenuta ieri a Roma, all’NH Collection Palazzo Cinquecento, la seduta della giunta di Federbalneari Italia, avente per tema l’agenda economica del turismo italiano, alla presenza di tutti i presidenti regionali riuniti a discutere sui punti critici e sulle fragilità di una riforma auspicata e attesa da ormai quasi dodici anni. A emergere con forza, al di sopra dei singoli rilievi, è stata una grave preoccupazione per l’intera categoria: ovvero la possibilità concreta di scadere paradossalmente nell’abusivismo se la riforma non riuscirà a venire compiuta negli esigui tempi previsti.
«Se da qui al 31 dicembre 2023 – spiega il presidente di Federbalneari Italia Marco Maurelli – non verranno portate a termine tutte le molteplici e complesse procedure previste dal ddl concorrenza, noi rischiamo dal 1° gennaio 2024 di essere dichiarati abusivi sulle nostre stesse concessioni. Ribadiamo la totale disponibilità al confronto e alla collaborazione, ma non possiamo convivere con la minaccia che se non ci saranno i tempi tecnici per attuare quanto deciso tardivamente dalla politica, potremo non avere legittimità di restare dove sono state costruite le nostre aziende e impegnati gli investimenti di una vita. Cancellando quei titoli, si perderà anche il valore aziendale insieme ad altri diritti e garanzie ai quali non intendiamo rinunciare a prescindere».
Per salvare da questa assurdità un comparto produttivo fondamentale per il turismo italiano, Federbalneari Italia propone una modifica dell’emendamento del governo, in queste ore allo studio del parlamento. La proposta è di modificare la scadenza temporale delle concessioni in modo da non pregiudicare la continuità aziendale, inserendo una formulazione temporale più garantista per gli enti concedenti e per i medesimi concessionari, tutti in grande affanno in questo momento.
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