«Molti Comuni costieri italiani dovrebbero prendere esempio da quelli abruzzesi. In questa regione, su 19 amministrazioni, solo due non hanno ancora applicato la nuova durata di quindici anni». Lo ha detto il presidente nazionale del Sindacato italiano balneari – Fipe Confcommercio, Antonio Capacchione, intervenendo all’assemblea regionale dei balneari abruzzesi aderenti al Sib che si è svolta ieri mattina a Pescara presso la sede regionale della Confcommercio.
«L’Abruzzo non solo è la prima Regione che ha emanato una circolare applicativa della nuova durata delle concessioni demaniali marittime – ha sottolineato Capacchione – ma è anche quella in cui quasi tutti i Comuni l’hanno formalizzata sui singoli titoli». Sono infatti solo due i Comuni ancora in ritardo e, al riguardo, si è colta l’occasione della presenza del presidente della giunta regionale Marco Marsilio per chiedergli di intervenire sugli stessi affinché si adeguino a quanto già fatto da tutti gli altri.
«È opportuno che tutti i Comuni costieri italiani, che sono ancora in un imbarazzante ritardo nell’applicazione doverosa della legge dei quindici anni, si adoperino al più presto per la formalizzazione della nuova durata, anche al fine di evitare uno svantaggio competitivo dei balneari che operano nei territori di loro competenza rispetto a quelli dei comuni più diligenti e tempestivi», ha esortato Capacchione. «Così come è necessario che lo Stato, anche attraverso l’emanazione di una circolare nazionale chiarificatrice e vincolante, eviti una disparità di trattamento fra concessionari che hanno già avuto l’estensione della durata e quelli che la stanno ancora aspettando».
Il presidente del Sib nel suo intervento ha ricordato che «la nuova durata non ha tuttavia risolto la questione della direttiva Bolkestein, la cui applicazione al settore va scongiurata definitivamente», sottolineando che «la messa in sicurezza amministrativa delle concessioni non risolve i problemi dei balneari anche abruzzesi».
L’intervento di Capacchione si è poi concentrato sugli altri cronici problemi degli imprenditori balneari: «Il fenomeno erosivo merita un’attenzione maggiore e diversa, con procedure celeri e risorse adeguate su progetti efficaci. A ciò si aggiungano i costi crescenti che stanno erodendo i bilanci degli imprenditori balneari: dall’Iva (la cui aliquota ordinaria è più del doppio di quella applicata alle altre imprese turistiche) all’Imu (sconcerta che la paghino i concessionari balneari e non le multinazionali per gli impianti di gassificazione o le piattaforme petrolifere); dalla Tari (anche per periodi e spazi improduttivi di rifiuti) ai canoni pertinenziali che aspettano ancora di essere eliminati. L’iniziativa del Sib, pertanto, continuerà a tutela di una categoria di onesti lavoratori da troppo tempo ingiustamente dimenticata e maltrattata dalle istituzioni».
L’affollata assemblea è stata introdotta dal presidente regionale del sindacato, Riccardo Padovano, e ha visto la partecipazione, oltre al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, anche del sindaco di Pescara Carlo Mascia, di diversi sindaci e consiglieri regionali, nonché dei rappresentanti della Direzione marittima abruzzese.
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