Norme e sentenze

Demanio marittimo, occhio ai regolamenti locali sui limiti al libero utilizzo delle aree in concessione

Uno spunto di riflessione da una recente sentenza del Tar Lazio

Nell’ambito delle concessioni demaniali marittime, come del resto in tutte le materie di competenza concorrente con carattere trasversale, è estremamente importante il rispetto non solo della normativa nazionale, ma anche e soprattutto di quella locale. Spesso, infatti, la normativa regionale e i regolamenti comunali impongono requisiti e caratteristiche per l’esercizio di alcune attività, che finiscono per costituire un limite al libero utilizzo delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative. Emblematica, in tal senso, è la sentenza n. 1679 pubblicata il 30 gennaio 2023 del Tar Lazio, sede di Roma.

Il titolare di una concessione demaniale marittima, avente ad oggetto l’occupazione di un’area demaniale per una superficie totale di 75 mq «allo scopo di mantenere un noleggio attrezzature balneari», aveva chiesto l’attivazione della procedura Suap per l’esercizio di attività di somministrazione cibi e bevande all’interno del chiosco bar. Il Comune aveva tuttavia vietato al concessionario di proseguire l’attività di somministrazione di alimenti e bevande presso l’area demaniale. Il diniego veniva motivato alla luce della disciplina recata dagli articoli 3 (lettera f) e 10 del regolamento della Regione Lazio n. 19/2016, contenente “Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative”.

In attuazione della legge regionale n. 8/2015, l’articolo 3 del regolamento ha infatti individuato le diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime prevedendo, alla lettera f), quella «per noleggi di imbarcazioni e natanti da diporto in genere e attrezzature balneari». Secondo la norma, tali concessioni consistono «in aree demaniali marittime e/o specchi acquei assentiti in concessione sulle quali possono insistere strutture di facile rimozione adibite allo svolgimento di attività di noleggio di imbarcazioni, di natanti in genere e di attrezzature balneari». Al successivo articolo 10, il regolamento stabilisce altresì che «nelle aree adibite al noleggio di imbarcazioni e natanti in genere può essere installata una struttura di facile rimozione, della superficie massima di 25 metri quadrati coperti, per il ricovero delle attrezzature e per fornire servizi alla clientela, ivi comprese le attrezzature automatiche per l’erogazione di alimenti e bevande preconfezionati».

Il diniego del Comune richiamava anche un parere reso dalla Regione, la quale, chiamata a rendere chiarimenti su cosa dovesse intendersi per “servizi alla clientela” di cui al citato articolo 10 del regolamento, precisava che nelle aree adibite al noleggio di imbarcazioni e natanti non è possibile esercitare attività di vicinato per la somministrazione di alimenti e bevande, ma è consentita la sola installazione di attrezzature automatiche per l’erogazione di alimenti e bevande preconfezionati.

Il provvedimento di diniego è stato quindi impugnato dal titolare della concessione demaniale, il quale lamentava un’errata interpretazione del regolamento regionale da parte sia del Comune che della Regione. Il Tar Lazio, esaminato il quadro normativo, ha ritenuto corretta l’interpretazione resa dalle amministrazioni, evidenziando come, ai sensi del regolamento regionale n. 19/2016, nell’area demaniale di cui il ricorrente è concessionario è possibile installare delle strutture di facile rimozione, ma non è possibile creare punti di ristoro per la clientela. Ne deriva pertanto – a parere dei giudici – l’impossibilità di svolgere (e quindi essere autorizzata) l’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno della “struttura di facile rimozione”.

La sentenza in commento offre un ottimo spunto per ricordare agli operatori di settore, e in particolare ai futuri concessionari, quanto la normativa dedicata alle concessioni demaniali risulti, oltre che in continuo aggiornamento, fortemente frastagliata: alle disposizioni previste a livello statale si affiancano le normative e i regolamenti regionali o locali che possono fortemente restringere l’esercizio dell’attività e la cui conoscenza, dunque, è cruciale per poter ponderare un investimento nel settore delle concessioni.

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Rosamaria Berloco

Avvocato in amministrativo e civile, formatrice e co-founder di Legal Team.
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