Si è svolto lo scorso venerdì a Petrosino un importante incontro organizzato da Legambiente, col patrocino del Comune di Petrosino e dell’Ordine degli avvocati di Marsala, sul tema del demanio marittimo e sulla delicata questione dell’abusivismo edilizio.
All’incontro hanno partecipato importanti esperti in materia, che hanno parlato di come la legislatura italiana cerchi di arginare un fenomeno come quello dell’abusivismo, che se non controllato potrebbe avere effetti nefasti sull’ambiente. Presente il Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto di Pisa, che ha esposto alcuni dati circa l’abusivismo costiero, constatando che, nel territorio siciliano, la media degli edifici abusivi costruiti in un anno si aggira sul 17%, e che solo nel 2012 sono stati riscontrati 3000 casi di abusivismo in tutta la Sicilia, di cui 1200 dovrebbero essere abbattuti; mentre nel caso specifico di Marsala gli immobili soggetti ad abbattimento dovrebbero essere 200.
È intervenuto anche il Tenente di Vascello Raffaele Giardina, comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Marsala, che ha spiegato nello specifico quali sono le leggi che regolano la gestione del demanio pubblico. E non potevano mancare il presidente di Legambiente Sicilia, l’architetto Domenico Fontana, e l’avvocato Letizia Pipitone, presidente del circolo di Legambiente di Marsala e Petrosino, la quale ha parlato della questione della spiaggia di Torrazza, in mano a privati, e che dal 2011 il comitato “Pro Torrazza” cerca di restituire al pubblico.
All’avvocato Pipitone e all’architetto Fontana il pubblico ha chiesto come possano sorgere continuamente problemi sulla delimitazione degli spazi privati marittimi, nonostante la giurisprudenza regolatrice sia abbastanza chiara. «Uno degli slogan con il quale lanciammo la nostra battaglia per Torrazza – ha risposto l’avvocato Letizia Pipitone – è stato ‘non sarà l’ultima spiaggia’, perchè Marsala una spiaggia non ce l’ha più, le case praticamente costruite sull’acqua hanno letteralmente distrutto il litorale, e l’unico tratto di costa che si è salvato è proprio quello di Torrazza. La nostra azione cerca di legittimare ancora di più ciò di cui ha parlato il procuratore Di Pisa, cioè quello di usare l’unico strumento realmente in grado di fermare lo scempio dell’abusivismo costiero: la demolizione delle case, proprio come prevede la legge».
Il presidente di Legambiente Sicilia, l’architetto Fontana, ha cercato di spiegare perché la legge non riesca a risolvere il problema in maniera pienamente efficace: «Le forme di abusivismo si sono fatte sempre più sofisticate. Il procuratore Di Pisa ci ha parlato di ciò che sta facendo la Procura di Marsala, e noi di Legambiente abbiamo riconosciuto che è una delle prime in Italia ad attuare le demolizioni delle costruzioni abusive. In questo modo i costruttori non agiranno più abusivamente quando saranno certi che rischieranno la demolizione delle loro opere. Questo riguarda l’abusivismo tradizionale, a cui oggi si è aggiunto il cosiddetto “abusivismo con licenza”, che riguarda quei locali che hanno autorizzazioni demaniali ma che sono in realtà veri e propri abusi edilizi che violano l’art.15 della legge che prevede l’inedificabilità assoluta nei 150 metri dal mare. La normativa sul demanio prevede inoltre che gli stabilimenti balneari possano anche fare ristorazione, ma solo stagionalmente. La maggior parte delle volte invece diventano ristoranti tutto l’anno, cosa che in Sicilia è vietata. Esso diventerebbe quindi un abuso edilizio e trattabile per quello che è. Noi dobbiamo combattere non solo le vecchie forme di abusivismo edilizio, ma anche quelle nuove che si sono fatte più sofisticate per rendersi meno visibili. Legambiente è l’organizzazione che più si occupa di abusivismo edilizio: in questi giorni uscirà proprio un dossier sull’uso del demanio marittimo in Sicilia».
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