L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato ieri le “Linee guida operative per la gestione del coronavirus nel settore ricettivo“: si tratta di una serie di indicazioni redatte per gli alberghi e le altre strutture ricettive, ma che contengono informazioni interessanti anche per gli stabilimenti balneari. Al momento non esiste nessun protocollo ufficiale dedicato ai concessionari di spiagge, ma anche questi, quando potranno aprire le loro attività, si troveranno molto probabilmente a dover rispettare una serie di accorgimenti sanitari per prevenire il contagio, che saranno di certo emesse dalle autorità sanitarie nelle prossime settimane. Dunque, nell’attesa di conoscere le misure specifiche per i balneari, può essere utile guardare agli obblighi imposti agli hotel dalla massima autorità sanitaria mondiale, al fine di prepararsi a seguire degli accorgimenti che potrebbero essere per molti aspetti analoghi: per esempio, l’Oms consiglia di tenere chiuse le aree-gioco per bambini, di indossare abbigliamento lavorativo a maniche lunghe e di limitare la concentrazione di ospiti a un massimo di quattro persone ogni dieci metri quadrati. Regole che, se dovranno essere seguite dagli alberghi, rischiano di essere presto applicate anche alle spiagge. Lo precisiamo: con ciò non intendiamo fare alcun allarmismo, ma solo esaminare una situazione realistica per stimolare un dibattito sulle modalità di sicurezza da seguire in spiaggia, non appena potranno aprire.
Al momento le strutture ricettive sono per la maggior parte chiuse in tutto il mondo, ma gli accorgimenti redatti dall’Oms dovranno essere rispettati quando potranno riaprire. Il documento ufficiale, in lingua inglese, è disponibile qui: “Operational guidelines for covid-19 management in the accommodation sector“. Per chi è interessato a una sintesi completa dei contenuti in italiano, rimandiamo al sito di Infohotel. Qui di seguito, ci limitiamo a elencare le misure che, pur riguardando gli alberghi, sono interessanti anche per gli stabilimenti balneari, tralasciando invece gli accorgimenti specifici che riguardano solo le strutture ricettive (come per esempio la pulizia delle camere).
Il documento dell’Oms esordisce ricordando che la trasmissione del coronavirus può avvenire in modo diretto (tramite goccioline nell’aria in prossimità di persone infette o contatto diretto con tali persone) o in modo indiretto (tramite contatto con superfici contaminate da persone infette, che vengono toccate con le mani e poi portate a naso, bocca o occhi). Pertanto, le misure preventive riguardano in generale l’igiene frequente, il distanziamento sociale e la sanificazione di oggetti e ambienti. Nello specifico, le misure preventive imposte agli alberghi e che possono interessare anche gli stabilimenti balneari sono le seguenti:
- Piano d’azione: ai gestori è altamente consigliato di prepararsi bene, e in accordo con le autorità sanitarie, per gestire in modo corretto i casi sospetti, ridurre i rischi tra gli ospiti e il personale, formalizzare tutte le procedure di seguito elencate, nonché di destinargli adeguate risorse e un’attenta supervisione. Il tutto dovrà essere annotato in una sorta di “diario” delle azioni intraprese e dovrà essere oggetto di specifiche comunicazioni agli ospiti sugli accorgimenti da seguire nonché di formazione del personale.
- Attrezzature e dotazioni da possedere: germicida disinfettante (liquido o in gel) o salviette imbevute di disinfettante, mascherine protettive, guanti monouso, grembiuli protettivi, abiti da lavoro a lunghezza intera e a maniche lunghe.
- Misure di distanziamento sociale, pulizia delle mani e igiene respiratoria: evitare abbracci, baci e strette di mano con gli ospiti e tra membri dello staff; mantenere la distanza minima consigliata di un metro; lavarsi le mani in modo frequente e accurato.
- Lavastoviglie: il corretto funzionamento delle attrezzature di lavastoviglie deve essere controllato, soprattutto per quanto riguarda le temperature di lavaggio, così come il corretto dosaggio di detergenti e disinfettanti chimici.
- Dispenser: si raccomandano controlli regolari per verificare il corretto funzionamento dei dispenser di sapone, soluzioni disinfettanti, salviette monouso e simili che devono essere messi a disposizione degli ospiti.
- Servizio al tavolo: l’Oms consiglia di avere un massimo di 4 persone per 10 metri quadrati. I tavoli dovranno essere posizionati in modo che la distanza tra il dorso di una sedia e il dorso di un’altra sedia sia maggiore di un metro.
- Aree ricreative per bambini: anche se ci sono forti evidenze che i rischi per i bambini sono nettamente inferiori rispetto agli adulti e le persone anziane, a seconda della situazione e dal contesto locale, può essere consigliabile tenere chiuse le aree ricreative per bambini. In ogni caso dovrebbero essere applicati protocolli molto rigidi per la pulizia e la sanificazione di queste aree.
- Caso di un lavoratore contagiato: se un membro dello staff riporta sintomi respiratori, il lavoratore dovrà interrompere immediatamente qualsiasi mansione e cercare assistenza medica. In questi casi, in attesa dell’intervento dei servizi medici, la persona dovrà rimanere isolata in un’apposita stanza. Al lavoratore sintomatico che si trova in struttura, dovranno essere procurati mascherina e salviette monouso, da usare sempre in presenza di altre persone o se ha necessità di accedere ad aree comuni. Se un lavoratore della struttura ricettiva comunica da casa di avere dei sintomi o sospetta infezione da coronavirus, dovrà rimanere a casa e cercare subito assistenza medica. In caso di diagnosi di Covid-19 il lavoratore seguirà le istruzioni ricevute dal personale medico, incluso l’auto-isolamento in casa fino a che i sintomi non siano definitivamente spariti (da notare che un paziente affetto da Covid-19 in forma non grave ha bisogno di un tempo di circa un mese per la guarigione completa).
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