Ci risiamo: sulle concessioni demaniali è di nuovo il caos a seguito della retromarcia del Governo sul decreto sviluppo, che dopo tante polemiche e cambiamenti, sembrava che dovesse portare il diritto di superficie a una durata di vent’anni. Ma Maurizio Fugatti (Lega Nord), uno dei relatori del voto sul decreto sviluppo tenutosi ieri nelle commissioni Bilancio e Finanza, ha annunciato dopo una prima votazione che i primi tre commi dell’articolo 3 sono stati stralciati, "in modo da riformulare gli emendamenti presentati dal Pd", in vista di una legge-quadro da approvare entro fine 2011. Proprio i tre commi che parlavano della durata delle concessioni demaniali ai privati.
L’incertezza normativa è dunque tornata, anche se il Pd si è detto soddisfatto per la decisione: "La trovata del diritto di superficie ventennale privilegiava gli interessi di pochi, grandi imprenditori", ha commentato Ermete Realacci, responsabile della green economy per il Pd. Esultano anche gli ambientalisti, che già riguardo alla precedente versione del decreto sviluppo avevano espresso qualche dubbio in merito alla possibile cementificazione delle spiaggie, un’ipotesi lasciata aperta dal testo di legge. "La retromarcia del governo è un segnale importante – ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli – anche se sono rimasti validi i commi 4 e 5 dello stesso articolo 3, che prevedono ugualmente la possibilità di edificare su spiagge e arenili".
Molto irritata, invece, l’associazione dei consumatori Adoc: "I titolari degli stabilimenti ora sono tornati nell’impossibilità di investire a lungo termine – si legge in un comunicato diffuso ieri – e riverseranno sui clienti le eventuali perdite di esercizio. Già questo mese i prezzi sono maggiori dell’1,5% rispetto allo scorso anno, e se confrontiamo i dati con quelli del 2001, si scopre che il rincaro in dieci anni è stato di ben il +136%".
Alex Giuzio
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