Usare i droni per controllare le strutture abusive sul demanio marittimo, con l’obiettivo di aumentare di 40 milioni di euro gli introiti dei canoni balneari. Lo ha annunciato il direttore dell’Agenzia del demanio Roberto Reggi, audito ieri in commissione Finanze alla Camera per fare il punto sulle concessioni dei fari in disuso.
Reggi ha confermato che anche quest’anno, in linea con le stagioni passate, l’Agenzia del demanio ha incassato 103 milioni di euro dalle concessioni demaniali delle spiagge, ma l’obiettivo dei prossimi cinque anni – ha per la prima volta detto il direttore – è di «aumentare il gettito di oltre 40 milioni di euro, facendo emergere gli immobili abusivi e non censiti, con il rilevamento attraverso l’uso di droni e verificando la coerenza con i dati catastali».
Per quanto riguarda il piano di concessione dei fari, che erano l’argomento principale dell’audizione, Reggi ha sottolineato come l’affidamento delle strutture con lunghe concessioni abbia smosso enormi investimenti dagli imprenditori privati – proprio ciò che manca, aggiungiamo noi, al settore degli stabilimenti balneari vittima da dieci anni di una grave incertezza normativa. Il direttore dell’Agenzia del demanio ha infatti spiegato che «i fari costieri sono tutti in attività, ma non essendovi più il guardiano le strutture vanno in progressivo degrado e per lo Stato rappresentano un costo. Problema che abbiamo aggirato mettendo a gara con concessioni lunghe, circa 50 anni, per l’affidamento a privati».
«Abbiamo introiti per 760mila euro l’anno dai primi 24 affidamenti – ha proseguito Reggi – cui si sommano i 17 milioni di investimenti fatti dai privati nei fari e i posti di lavoro diretti creati. Per il periodo di concessione il canone complessivo sarà 15 milioni di euro. Ora metteremo a bando un blocco di altri 17 fari. Avremo la rete di fari recuperata più grande del mondo partendo da zero nel 2014».
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