Da quando il Movimento 5 Stelle è diventato forza di governo insieme alla Lega, sono sempre di più gli imprenditori balneari a chiederselo: qual è la posizione dei grillini sulla direttiva Bolkestein e la riforma delle concessioni balneari? Se il partito di Salvini ha sempre portato avanti la stessa idea durante la scorsa legislatura, rivendicando cioè con tutto il centrodestra l’esclusione degli stabilimenti balneari dalle evidenze pubbliche, molto più ambigue sono infatti state le dichiarazioni di Di Maio e compagni su questo tema negli ultimi cinque anni, dal rifiuto della Bolkestein (2014) alla proposta di evidenze pubbliche (2018). Per questo vale la pena ripercorrere le frasi più importanti pronunciate dai cinquestelle, sperando di sollecitare l’arrivo di una posizione più chiara.
2014: ”La Bolkestein non si applica alle spiagge”
La prima dichiarazione del leader pentastellato Luigi Di Maio risale al 14 maggio 2014: su invito del “Comitato salvataggio imprese e turismo”, l’allora vicepresidente della Camera fu chiamato a Viareggio per esprimersi per la prima volta sulla direttiva Bolkestein applicata alle concessioni balneari. E il suo giudizio fu netto: «La Bolkestein non si può applicare alle spiagge», disse infatti Di Maio davanti a una folta platea di imprenditori, come è possibile verificare da questo video (al minuto 4.30).
2017: ”Le concessioni balneari devono restare italiane”
Più confusa appare però la dichiarazione che lo stesso Di Maio ci concede tre anni dopo: intervistato a febbraio 2017 da Mondo Balneare alla fiera Balnearia di Carrara, dopo appena un mese dal licenziamento in consiglio dei ministri del disegno di legge firmato dal governo Gentiloni per istituire le evidenze pubbliche delle concessioni balneari, il leader pentastellato si esprime così: «Dobbiamo tutelare la nostra storia e per questo le concessioni balneari non devono andare in mani straniere», ma «occorre agire rispettando la legalità e il libero mercato», senza rispondere con precisione alla nostra seconda domanda sulle evidenze pubbliche. Frasi che abbiamo trovato molto generiche, con Di Maio che è fuggito senza darci la possibilità di chiedere ulteriori chiarimenti.
2018: ”Periodo transitorio di 15 anni, poi gare”
Arrivando alla campagna elettorale per il voto dello scorso 4 marzo, la palla passa a Sergio Battelli: è infatti il deputato ligure a presentarsi come referente del Movimento 5 Stelle in merito alla “questione balneare”. Di Maio smette di esprimersi sull’argomento, mentre Battelli, invitato al dibattito politico nazionale sulle concessioni demaniali marittime organizzato da Mondo Balneare il 9 febbraio a Ravenna, annuncia quella che sarebbe la posizione ufficiale dei pentastellati per riordinare il settore: «Un periodo transitorio di massimo 15 anni, poi le evidenze pubbliche che sono inevitabili, ma che devono avere il riconoscimento del valore commerciale e della professionalità come garanzia per gli attuali concessionari». Una proposta che ci siamo permessi di sintetizzare, ma che è possibile ascoltare in maniera più diffusa e approfondita nella registrazione integrale del dibattito che riproponiamo qui di seguito. Di certo, si tratta di un’idea molto più vicina ai contenuti del disegno di legge del governo Gentiloni rispetto a quel “la Bolkestein non può essere applicata” pronunciata da Di Maio solo quattro anni prima. Che il Movimento 5 Stelle abbia cambiato idea sulle spiagge?
2018: il contratto di governo cambia ancora le carte in tavola
Veniamo infine al documento più recente, l’ormai celebre “contratto di governo” siglato da Lega e Movimento 5 Stelle che ha portato all’accordo politico per l’attuale governo Conte. Come abbiamo scritto un mese fa, i due partiti hanno fatto un breve accenno alla direttiva Bolkestein (ma senza riferirla nello specifico alle spiagge), prendendosi l’impegno di «superare gli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dalla direttiva Bolkenstein». Una frase che, di nuovo, suona come molto generica – ma d’altronde era difficile fare di meglio: Salvini e Di Maio partono come detto da due posizioni completamente opposte sulle concessioni balneari, e nei giorni frenetici che hanno caratterizzato la stesura del contratto non c’era di certo il tempo per redigere una proposta concreta. I due leader hanno così individuato una frase che, per il momento, mette d’accordo tutti senza approfondire la questione, ma ci resta da sapere come sarà attuata.
In definitiva: cosa pensa il Movimento 5 Stelle sulle concessioni di spiaggia?
Nel tentativo di avere spiegazioni, abbiamo più volte contattato diversi esponenti del Movimento 5 Stelle per avere dichiarazioni fresche, ma la risposta è stata sempre la stessa: «La questione è ancora da affrontare ed è prematuro rilasciare dichiarazioni». Insomma, un nulla di fatto che lascia aperte tutte le ambiguità accumulate dal partito di Di Maio negli ultimi anni in materia di spiagge.
Non ci sono dubbi che i pentastellati dovranno trovare un accordo con la Lega su questo complesso tema, dovendo rispondere ai balneari che attendono di vedere concretizzate le promesse del centrodestra. E questo accordo non sarà affatto facile, ma ha comunque la massima urgenza: le concessioni scadono tra due anni e mezzo e gli imprenditori del settore vivono da un decennio nella più assoluta incertezza, che impedisce loro di investire e lavorare con serenità. Ci si auspica dunque che il Movimento 5 Stelle esprima al più presto degli impegni precisi in merito, e soprattutto che le due forze di governo si siedano intorno a un tavolo insieme alle associazioni di categoria per risolvere al più presto questa grave situazione.
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