«Più del 50% delle imprese turistiche italiane è situato sulle coste e, tra queste, gli stabilimenti balneari sono uno dei punti forti dello sviluppo economico e dell’offerta turistica. Il turismo costiero rappresenta ancora oggi un fattore di crescita indispensabile per il buon andamento dell’economia del nostro Paese». Parte da questa considerazione l’analisi di Cristiano Tomei, coordinatore di Cna Balneatori, rilasciata dopo oltre due mesi di maltempo che «ha imperversato in lungo e in largo su tutte le località turistiche delle nostre coste, falcidiando i fatturati dell’industria turistica e in particolare quella balneare in un momento economico già delicato e difficile».
Alcuni studi effettuati da Cna Balneatori sono giunti a ipotizzare un mancato guadagno che si aggira complessivamente intorno ai 450 milioni di euro non incassati dalle circa 30.000 imprese balneari italiane. Stesso discorso vale per l’occupazione del settore – che finora ha contato ben 300.000 addetti – e che ha visto, in questa stagione, una recessione stimabile di 45.000 unità lavorative non impiegate.
«Come si suole dire: piove sul bagnato», dichiara Nevio Salimbeni di Cna Balneatori Ravenna. «In questi anni gli investimenti di natura strutturale (riqualificazioni, ristrutturazioni, adeguamenti) si sono fermati per via dell’incertezza sul futuro delle attuali imprese balneari a causa della direttiva europea sui servizi, conosciuta come Bolkestein. Ma quest’anno anche i piccoli investimenti di natura ordinaria e congiunturale si sono bloccati, o non potranno essere svolti a fine stagione, a causa dei mancati incassi dovuti dal maltempo estivo 2014, e questo pesa e peserà soprattutto sull’economia locale».
Per cominciare a dare una risposta a questi problemi, Cna Balneatori propone al So.Se. (la società di studi per la revisione degli studi di settore partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia) l’inserimento nel nuovo studio di settore per gli stabilimenti balneari (valevole proprio a partire dal 2104) e in revisione di quello precedente WG60U, di un rigo chiamato “giornate di maltempo“ desumibile, per ogni singolo balneare contribuente, da fonti ufficiali (ad es. Bollettini meteo regionali), in modo da garantire una sempre maggiore e reale corrispondenza di tale strumento presuntivo, essenziale per valutare l’effettiva attività degli stabilimenti balneari.
Cna propone inoltre all’Anci di impegnarsi per una modifica della Tari (la nuova tassa sui rifiuti) cambiando la natura della tariffa da tributaria a corrispettiva secondo quanto stabilito all’art.1, comma 668 della legge 27 dicembre 2013, n.147 con applicazione ai soli giorni di produzione dei rifiuti e quindi – tramite un sistema di misurazione puntuale della quantità dei rifiuti conferiti – con l’esclusione del pagamento dei giorni in cui si sono verificate le giornate di maltempo e la manifesta assenza di bagnati nelle spiagge e sotto gli ombrelloni.
«Si tratta di misure concrete e di buon senso – conclude Salimbeni – che possono essere messe in campo in tempi molto brevi. Occorre che tutti capiscano che la possibilità che le imprese turistiche balneari investano, producano ricchezza e occupazione, oltre che qualità turistica, rappresenta un traino fondamentale per il rilancio del paese. Per questo anche il governo deve convocare al più presto il tavolo sul turismo balneare per risolvere – una volta per tutte – la complicata vicenda Bolkestein. E questo, parafrasando un noto slogan di successo, deve succedere molto presto… Adesso!».
Per leggere il dossier completo di Cna Balneatori sui danni del maltempo per gli stabilimenti balneari, clicca qui.
© Riproduzione Riservata