«Abbiamo appreso con estrema sorpresa che alcuni sindacati balneari hanno proposto “la mancata apertura nella costa romagnola degli ombrelloni” nel caso non venisse approvato in fretta il disegno di legge del governo sulle concessioni balneari (vedi notizia, ndr). Come Cna Balneatori riteniamo gravissima questa proposta, fatta senza coinvolgere le imprese che in un caso come questo andavano invece sentite immediatamente in assemblee di zona (come avvenne per lo sciopero dell’agosto 2012 che vide tutta la Romagna – a esclusione di una parte di Rimini – con gli ombrelloni chiusi per un giorno contro quello che adesso, di fatto, si sostiene)». Lo afferma il responsabile provinciale di Cna Balneatori Ravenna, Nevio Salimbeni.
«Ci sembra una proposta che asseconda pedissequamente posizioni politiche specifiche a sostegno di un disegno di legge-delega che ha come sola certezza quella di portare la categoria alle evidenze pubbliche in cambio di generiche promesse – fatta da chi non ha gli strumenti né la competenza per mantenerle – molto al di sotto del minimo accettabile, anche per un livello di compromesso», prosegue Salimbeni.
«Cna sostiene il legittimo affidamento alle imprese esistenti – anche sulla base dell’ultima sentenza della Corte di giustizia europea – e per questo promuoverà sia emendamenti specifici al ddl che momenti di mobilitazione per evitare l’entrata delle vecchie concessioni nelle procedure previste dalla Bolkestein. Vogliamo batterci fino in fondo per le imprese balneari e per il turismo italiano, contro la concorrenza sleale creata in Europa dalle imprese spagnole, croate e portoghesi che hanno ottenuto, con il sostegno dei loro governi, condizioni chiaramente migliori rispetto a quelle italiane, almeno così come si vanno delineando con il ddl, purtroppo anche con il “via libera” di alcuni sindacati».
«Il 3 aprile prossimo presenteremo in assemblea a Cervia (Hotel Dante, ore 17) la proposta di legittimo affidamento per le imprese esistenti su cui ci batteremo fino in fondo a livello sindacale, giuridico e politico», conclude Salimbeni.
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