Norme e sentenze

Canoni balneari, sentenza Corte costituzionale fa chiarezza in materia

La pronuncia afferma che i valori Omi possono essere applicati solo sui beni già incamerati dallo Stato.

Le opere realizzate sulle concessioni demaniali marittime sono di proprietà del concessionario fino al termine del titolo, perciò è sbagliato applicare il calcolo dei canoni in base ai valori Omi su questo tipo di concessioni. Solo se il bene è già incamerato dallo Stato si possono applicare i valori di mercato, ma in ogni caso escludendo la superficie. Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’attesa sentenza della Corte costituzionale in materia di canoni balneari, arrivata lo scorso 27 gennaio, che fa ordine su una materia molto intricata e diventata oggetto di lunghi e numerosi contenziosi.

I fatti

La sentenza doveva pronunciarsi sulla legge n.296 del 27 dicembre 2006 (“Finanziaria 2007”), che ha permesso all’Agenzia del demanio di rideterminare i canoni delle concessioni che ospitano le cosiddette “pertinenze“, ovvero le costruzioni realizzate da privati su aree in concessione e incamerate dallo Stato. La legge aveva applicato alle circa trecento “concessioni pertinenziali” italiane il sistema di calcolo basato sui valori Omi (Osservatorio mobiliare italiano), facendo schizzare dal +300% al +1500%, cioè da poche centinaia o migliaia di euro a cifre dai 100 mila ai 500 mila euro all’anno, sproporzionate rispetto all’attività per esempio di uno stabilimento balneare e quindi impossibili da pagare per i concessionari. Ne sono nati diversi contenziosi amministrativi, con il parlamento intervenuto più volte per rimandare la decadenza di queste concessioni, su cui nel frattempo si è accumulato un debito astronomico, in attesa di un riordino generale della materia.

Uno di questi contenziosi (nello specifico riguardante le concessioni per i porti turistici) è infine arrivato in Corte costituzionale, che ha emesso la sentenza proprio il giorno in cui il consiglio dei ministri ha presentato il disegno di legge delega per il riordino delle concessioni balneari, prevedendo anche la revisione dei canoni slegandoli dai valori Omi e applicando un sistema tabellare. Ma finché il disegno di legge non sarà attuato (il governo si è dato sei mesi di tempo per farlo, ma prima dovrà avere il via libera dal parlamento), la situazione resterà immutata. Anche se ora c’è la sentenza della Suprema Corte a fare chiarezza.

La sentenza della Corte

La sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato legittima la norma della Finanziaria 2007 sull’aumento dei canoni, ma ne ha imposto un’interpretazione più equilibrata, distinguendo i beni già incamerati dai beni che verranno incamerati alla fine della concessione. In pratica, la Corte ha sentenziato che il calcolo dei canoni in base ai valori Omi e riferiti alle opere già realizzate sul bene demaniale sono applicabili soltanto ai beni che già appartengono allo Stato. In tutti gli altri casi, invece, il pagamento del canone deve riguardare solo il suolo, poiché le opere realizzate dal concessionario hanno natura di proprietà privata fino al termine della concessione, e non quando la concessione è ancora in corso.

I criteri di calcolo dei canoni in base ai valori Omi – prosegue la Corte – essendo riferiti alle opere realizzate sul bene e non solo alla superficie, sono quindi applicabili solo ai manufatti che appartengono già allo Stato e che a tutti gli effetti possiedono la caratteristica di “beni demaniali”.

Per semplificare, la Corte afferma quindi che:

  • sui beni non ancora di proprietà dello Stato, si applica un canone sull’area e non sulle opere realizzate dal concessionario;
  • sui beni già incamerati dallo Stato, è legittima la disposizione della Finanziaria 2007 e quindi possono essere applicati i valori Omi.

La sentenza, quindi, va ad aiutare le decine di concessioni su cui sono stati applicati i valori Omi pur non avendo beni incamerati. Ora, alla luce della pronuncia della Corte, un riordino generale della materia appare più che mai urgente per riequilibrare i canoni e risolvere le situazioni pregresse.

Il testo integrale della sentenza della Corte costituzionale, molto ricco di considerazioni per chi desidera approfondire la materia, è scaricabile in pdf cliccando qui.

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