Calabria

Calabria, Lega : “Regione può salvaguardare settore balneare”

Il commissario Saccomanno suggerisce un percorso autonomo per superare l'impasse avvenuta in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato

Il commissario regionale della Lega Calabria Giacomo Francesco Saccomanno ha inviato un’articolata lettera ai presidenti della giunta regionale Roberto Occhiuto e del consiglio regionale Filippo Mancuso per suggerire alla Regione una possibile strada autonoma al fine di salvaguardare il settore delle concessioni balneari in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che lo scorso 9 novembre ha dichiarato l’illegittimità della proroga al 2033 e imposto la riassegnazione dei titoli tramite gare da effettuare entro due anni. «La questione sta creando una situazione di disagio molto grave – si legge nella nota – specialmente in una regione, come la nostra, con oltre 850 chilometri di costa e con attività turistiche condotte quasi sempre da nuclei familiari. Un’eventuale interruzione del rapporto alla fine del 2023 causerebbe un danno rilevantissimo agli operatori turistici che hanno eseguito degli investimenti rilevanti, confidando sulla legge nazionale che aveva fissato una scadenza al 2033. A costoro spetterebbe anche un indennizzo-ristoro che creerebbe, dall’altra parte, un’evidente incresciosa situazione economico-finanziaria in merito ai soggetti che, eventualmente, dovrebbero sopportare tale onere».

«Ma indipendentemente da quanto sopra, e lasciando al legislatore il compito di modificare o meno la legge e al governo di impugnare eventualmente le decisioni per conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato – prosegue Saccomanno – rimangono in piedi delle altre questioni e cioè: poteva il Consiglio di Stato modificare una legge dello Stato? e poteva disapplicare tale norma italiana in relazione a una direttiva europea che si riferisce a beni e non a servizi? Sono domande che devono avere delle risposte che riguardano il governo e il parlamento; ritengo però che la Regione possa intervenire in quanto la stessa è delegata all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo (dpr 616/1977, dl 112/1998 e successive modifiche e legge regionale 17/2005)».

In particolare, ricorda il commissario della Lega Calabria, i compiti della Regione consistono in:

  1. attività di supporto tecnico-giuridico a favore degli enti locali (articolo 21 della legge regionale 17/2005);
  2. istruzione di pratiche riguardanti il contenzioso instauratosi in materia demaniale nei confronti dell’ente;
  3. funzioni di programmazione e indirizzo generale (ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 17/2005);
  4. partecipazione alle conferenze dei servizi necessarie all’adozione dei piani comunali di spiaggia ed espressione del parere di competenza;
  5. parere sulle richieste di nuova concessione, di cui all’articolo 10, comma 2, del Piano di indirizzo regionale per utilizzazione delle aree del demanio marittimo (Pir), nonché sulle istanze di ampliamento (cosiddette “variazioni oggettive”) di cui all’articolo 12 del Pir;
  6. parere sulle richieste di nuova concessione (ai sensi dell’articolo 14 della legge regionale 17/2005) e di concessione demaniale marittima suppletiva (ai sensi degli articoli 9 e 14 stessa legge).

Continua Saccomanno: «Successivamente il 29 giugno 2020 il consiglio regionale ha approvato le “Norme di salvaguardia e disposizioni transitorie in materia di demanio marittimo. Integrazioni agli articoli 14 e 27 della legge regionale 17/2005”, riguardanti la sicurezza e le misure per il contenimento del virus da Covid-19. In particolare, la legge regionale prevede la possibilità di stabilire il termine finale della concessione e la rinegoziazione della durata di questa, con l’evidente conseguenza che trattasi di valutazione che prescinde dalla legge nazionale e che può essere decisa dalla Regione, in relazione alle condizioni dell’intervento, della natura dell’investimento, della economicità dello stesso. Tali condizioni legittimerebbero un possibile intervento legislativo della Regione in relazione alle concessioni in essere per determinare la sola scadenza e/o proroga, tenendo anche presente che la direttiva europea non si potrebbe applicare alla concessione dei beni e che, comunque, la Calabria ha un’estensione costiera tale da consentire a chiunque di poter intervenire e investire. Un percorso che, però, deve essere controllato e approfondito in relazione alle disposizioni del Pir e degli eventuali piani comunali di spiaggia. Sul punto deve anche valutarsi la posizione dell’Autorità portuale e la possibilità che questa possa opporsi alla volontà legislativa regionale».

«Infine, un ultimo appunto: le sentenze del Consiglio di Stato non esplicano un giudicato erga omnes, ma soltanto tra le parti che hanno partecipato al giudizio. Con l’evidente conseguenza che non possono essere ritenute fonte di potere per intervenire sui rapporti esistenti e riguardanti altri soggetti», conclude la missiva. «In tale direzione si pregano i destinatari della presente di assumere tutte quelle iniziative ritenute necessarie per cercare di trovare una soluzione concreta per salvaguardare i rapporti esistenti, evitare inutili contenziosi e riorganizzare l’esercizio delle funzioni amministrative e di gestione in materia di demanio marittimo».

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