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Bolkestein, l’Afib dice la sua

Il presidente dell'Associazione fornitori italiani balneari ricorda con una lettera le difficoltà dell'industria dell'arredamento da spiaggia.

Gentili e illustri leader dell’intero settore del turismo balneare italiano,

sono ad esprimere a tutti Voi, purtroppo e per prima cosa, il nostro pensiero di fornitori reso ancor più impellente dagli ultimi dati, che saranno resi pubblici al prossimo Sun, con i quali denunciamo il nostro evidente stato di crisi e le nostre affatto positive proiezioni future d’esercizio commerciale. E’ per tutti evidente quanto sia brusco il passaggio da un sano e complessivo bilancio del nostro settore ad un futuro alquanto incerto per il balneare italiano. Un’incertezza che pesava in primis sul settore balneare stesso si è in seguito abbattuta sulle nostre aziende fornitrici, minandone la loro vitalità economica e le possibilità di avere un futuro, se non avverrà un’inversione di rotta già da quest’autunno. Perchè un’altra stagione – quella 2012 – con gli investimenti bloccati da parte dei balneari inizierà a mietere vittime tra noi fornitori.

Questo ci dicono i dati, che analizzati a posteriori evidenziano che già da alcuni anni esiste una sostanziale diminuzione dell’impiego dell’abituale “tesoretto” (circa 10-15 mila euro ad azienda balneare in media ogni anno, con un picco d’aumento ogni circa 4-6 anni), derivato da un sano esercizio d’impresa del settore turistico-balneare, e purtroppo del suo chiaro congelamento a partire dal 2010.

E’ chiaro che noi fornitori ci vediamo costretti ad una resistenza che non può protrarsi ragionevolmente oltre il limite della prossima stagione. Il passaggio dalla diminuzione dell’uso del tesoretto balneare al suo più recente congelamento è direttamente proporzionale all’incertezza del futuro, e oggi alla quasi certezza di non riuscire ad evitare l’evidenza pubblica (asta), quest’ultima certamente richiesta dalla Comunità Europea, ma acuita dall’attuale governo italiano nei termini della sottrazione dell’art. 18 del Codice della Navigazione, del rinnovo automatico della concessione e dalla mancanza di volontà di una più equa definizione dell’onere concessorio e delle pertinenze.

In altre parole, il balneare italiano si trova sbalzato in capo ad un periodo chiaramente INACCETTABILE dal punto di vista sia della transitorietà, sia del libero esercizio d’impresa, e del deufradamento del capitale commerciale come del suo potere d’acquisto. Un periodo, l’attuale proroga al 2015, che porterebbe ad una grave svalutazione il valore commerciale stesso del bene, accumulato nel tempo, dell’impresa balneare condotta pure a livello familiare e minacciando quindi ancora più totalmente tutta la famiglia del balneare.

Non è tanto l’idea di passare da un “vecchio regime giuridico” ad uno nuovo (obiettivo paventato e reso anche forse necessario), quanto una modalità definibile INFAME ed INIQUA, capace di fatto di non avere nessun riferimento con la realtà prima lungamente stabilita e condotta. E’ logico, naturale ed ovvio che il balneare, allora, non si limitasse a diminuire il suo capitale annuo d’investimento dedicato al rinnovo delle strutture e degli strumenti professionali di lavoro in conformità a questo fosco futuro, ma si spinga al suo congelamento totale al fine di accantonare un capitale capace di farlo almeno “concorrere” all’imminente gara pubblica. Un periodo, quello compreso fino al 2015, che vedrebbe però certamente la disparità della maggior parte dei fornitori: quasi nessun di noi può sostenere un periodo così lungo senza incassi concreti.

I tagli dentro le nostre aziende sono già iniziati: licenziamento di operai e manodopera specializzata, diminuzione drastica delle spese, riduzione di magazzini e logistica, cessione o vendita totale delle quote societarie, problematiche economiche e di credito, solo per citare le maggiori. E’ ovvio allora che noi vediamo l’evidenza pubblica e il suo periodo di proroga come “fumo agli occhi” come e oggi ancora di più (per i motivi evidenziati) i balneari stessi. Questo ci avvicina enormemente al balneare, alla base, ai nostri clienti ai quali alla fine siamo direttamente collegati.

E’ per tali gravi motivi che oggi chiediamo energicamente che tutti i leader, in qualche modo legati a rappresentare e tutelare direttamente i diritti ed il futuro dei balneari italiani ed indirettamente anche il nostro di fornitori, di attuare repentinamente e speriamo magari proprio a partire dallo stesso SUN di Rimini una comune strategia di protesta e soprattutto di difesa del settore, resa assolutamente necessaria per l’ottenimento di qualsiasi obiettivo scelto. Non riteniamo che la nostra associazione debba diventare l’ennesimo sindacato, né c’inerpichiamo in non nostre competenze o c’improvvisiamo esperti, e neppure intraprendiamo strade diverse, che finirebbero più per acuire le differenze che non il senso d’unione, il quale purtroppo già non primeggia per niente.

Riteniamo allora, lo ripetiamo e lo ripeteremo ancora, che serve una comune alleanza per spezzare quest’equivoco gioco impostoci che non ci porta più in nessun lido, ma ci affoga piuttosto tutti nella stessa acqua, nello stesso mare. Un’acqua che va mantenuta da parte nostra il più possibile chiara e calma (specialmente all’esterno) e laddove siano solo le incongruenze degli altri (governo, amministrazioni, agenzia del demanio…) a rispecchiarsi. Difatti, notiamo che le nostre precedenti analisi inviateVi a fine maggio-primi di giugno, purtroppo sono confermate quotidianamente da un sempre più evidente sfascio politico-governativo, da una presa di posizione di Confindustria verso il Governo attuale, come dai più recenti e negativi dati nazionali sul turismo: non ravvisiamo motivi per non sentirci anche noi di questo settore balneare vicini e/o prossimi a tali prese di posizione, forse addirittura indispensabili per la nostra categoria e ancor di più se accompagnate da una robusta dose di protesta, visto la scadenza del 28 dicembre prossimo.

Accettiamo quindi di buon grado ogni occasione d’incontro aperto a tutti i soggetti interessati e certamente capaci di intercettare e sostenere una campagna di vera tutela del sistema nazionale imprenditoriale balneare, e ci auguriamo che lo stesso SUN diventi un momento di tale misura. Da parte nostra confermiamo, come si evince anche da questa comunicazione, d’essere vicino ai nostri balneari, di supportare ogni forma di lotta e di dare sostegno a tutta la categoria, di essere sempre disponibili ad ogni tipo di collaborazione per la difesa del nostro comune futuro e di incoraggiare ogni soluzione possibile che faccia i conti con una possibile deroga di una direttiva che non sembra ci appartenga, con un periodo transitorio che non rispecchia le responsabilità in essere, il costo del denaro, i mutui, gli impegni presi e quant’altro; scelte che sosteniamo a spada tratta laddove ci sia il più ampio consenso da parte del corpo balneare stesso, ricercato e ottenuto ed una chiara convergenza di interessi preminenti: una lotta comune per un futuro comune, che noi continuiamo a vedere con i balneari di ieri, oggi e domani.

Cogliamo perciò l’occasione per auspicare a tutti noi, pur nel reciproco confronto e rispetto dei proporzionali rapporti di forza interni alle sigle sindacali ed agli altri importanti soggetti dei quali noi siamo certamente a conoscenza e rispettiamo, che questo comune senso d’unità e autorevolezza si esprima responsabilmente sia fuori che dentro il nostro mondo proprio per meglio rappresentarlo, difenderlo e rilanciarlo. Riconfermiamo certamente l’importanza al prossimo Sun di Rimini di un convegno di qualità, e incoraggiamo tutti ad un coerente modello di dibattito, analisi e azione, anticipandovi a sostegno di tali costruttive iniziative il nostro pensiero, il quale, se anche appesantito dal momento contingente, è teso a prendere in considerazione iniziative e soluzioni efficaci e permanenti. Non possiamo neppure esimerci di dimostrare, qualora se ne verificasse l’occasione come altre volte, a fianco dei balneari durante la fiera con l’unico scopo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media sulla grave situazione che incombe sulla categoria e tutti noi.

I più sentiti e cordiali saluti da tutti noi fornitori, con l’augurio di uscire al più presto e vincenti da questa sfida.

Il presidente Afib, Luca Marini

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Afib

Associazione Fornitori Italiani dei Balneari