Ha fatto scalpore l’articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano La Repubblica, che dà per certa una procedura di infrazione europea contro il governo italiano in seguito all’estensione di 15 anni delle concessioni balneari, disposta dall’ultima legge di bilancio. In realtà la notizia è priva di conferma, seppure sia stata rilanciata da numerose altre testate senza che nessuno abbia nemmeno avanzato il beneficio del dubbio. Infatti, leggendo con attenzione l’articolo originale, Repubblica parla solo di un non meglio precisato «carteggio tra l’esecutivo gialloverde e la Commissione Ue e confermato da fonti europee», e più avanti cita «un portavoce della Commissione europea»: il giornale insomma non scrive nessun nome, né cita un documento e tantomeno un virgolettato. Difatti, la procedura di infrazione ad oggi non esiste affatto: basta controllare sul sito della Commissione europea per verificare che tra le 71 aperte contro l’Italia, non ne risulta nessuna in materia di balneari.
Davanti a questo tipo di informazione, è legittimo mantenere dei dubbi: in assenza di fonti certe, sembra che ci troviamo solo davanti a un falso scoop per fare un po’ di terrorismo gratuito contro i balneari e contro il governo – come certa stampa è purtroppo abituata a fare. Per il momento riteniamo inutile fare il gioco dell’allarmismo scatenato da Repubblica: solo il tempo potrà dire se la procedura di infrazione arriverà davvero, e in ogni caso ciò non avverrà di sicuro prima della prossima estate, poiché il 26 maggio ci sono le elezioni europee e solo la nuova commissione che si sarà insediata potrà esaminare il caso ed eventualmente agire.
In poche parole, quello riportato dal quotidiano non è un fatto accaduto, ma solo un’ipotesi, di cui peraltro il settore è al corrente già da mesi (compreso il ministro Gian Marco Centinaio, autore principale dei 15 anni, che aveva dato la procedura di infrazione per certa, vedi articolo). Abbiamo ritenuto doveroso fare queste precisazioni non tanto per amplificare la "fake news", bensì per tranquilizzare le centinaia di balneari che oggi ci hanno scritto dopo avere letto l’articolo in questione.
Ma al netto della veridicità o meno di questa notizia, la categoria deve continuare a restare in allerta: l’articolo di Repubblica ci ricorda infatti che la lunga vicenda dei balneari non è ancora conclusa, e che il pericolo e i nemici sono sempre dietro l’angolo. D’altronde il governo Conte non può ritenere di avere concluso la partita con una semplice estensione di 15 anni, che è una misura del tutto parziale e insufficiente. Nella stessa legge di bilancio, l’esecutivo si era dato 120 giorni di tempo per varare un decreto del presidente del consiglio dei ministri che stabilisse i principi generali di una riforma organica del settore, ma il termine scadrà domani senza che l’impegno sia stato ancora mantenuto. Invece è fondamentale risolvere il prima possibile tutte le questioni ancora in sospeso per il settore balneare – dal rinnovo delle concessioni al riequilibrio dei canoni – proprio per evitare di scatenare lo scenario per ora solo ipotizzato da Repubblica.
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