I titolari di stabilimenti balneari sono pronti alla mobilitazione contro l’esproprio delle loro imprese. Ad annunciarlo è Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio, interpellato dal Secolo XIX: «Non escludiamo di scendere in piazza quest’autunno contro il governo», ha detto Capacchione. «Potremmo arrivare a essere 50.000. Noi balneari come tutti i cittadini siamo ovviamente molto in pensiero per la prospettiva autunnale, che si prospetta essere molto calda».
Il problema dei balneari è rappresentato dalla riassegnazione delle concessioni tramite gare pubbliche: il ddl concorrenza, approvato lo scorso maggio in Senato e in discussione in questi giorni alla Camera, prevede che i Comuni debbano completarle entro la fine del 2024, ma gli attuali titolari sono preoccupati: «La nostra contrarietà riguarda la legge nel suo complesso, che è confusa e pasticciata e sarà fonte solo di un esteso contenzioso che rischia di distruggere in pochissimo tempo ciò che è stato realizzato in decenni di sacrifici», spiega Capacchione.
Tra i temi oggetto di contenzioso, c’è il mancato indennizzo: se le spiagge sono infatti un bene pubblico, le imprese che vi sorgono sopra sono private, e per questo il ddl concorrenza afferma che i nuovi concessionari dovranno farsi carico di un indennizzo economico nei confronti dei vecchi titolari. Ma il problema è come calcolare questo indennizzo: per ora il parlamento ha deciso di non decidere, rinviando la definizione dei criteri al successivo decreto attuativo. Tuttavia, aggiunge Capacchione, «la nostra contrarierà non si limita alla rivendicazione dell’indennizzo, ma anche alla doverosa preliminare mappatura per verificare la scarsità o meno della risorsa e la sussistenza dell’interesse transfrontaliero presupposti per l’applicazione della direttiva Bolkestein. Per non parlare della necessita della conferma degli atti di proroga già rilasciati ex lege 145/2018».
«I decreti attuativi normeranno la confisca delle nostre aziende», conclude il presidente del Sib. «Per la nostra categoria, se non ci saranno cambiamenti, sarà un autunno durissimo. Non si può togliere il lavoro alle persone, frutto dei sacrifici dei lavoratori. La balneazione italiana rappresenta un unicum nel mondo ed è apprezzata da tutti».
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