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Balneari pertinenziali, nuovo emendamento per salvarli

Presentato al Milleproroghe, primi firmatari Pizzolante e Arlotti. L'appello degli imprenditori: 'Sospendere pagamento e stralciare la riforma dei canoni dalla riforma generale del demanio marittimo'

Un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe tenta di salvare i concessionari balneari pertinenziali, circa 300 imprenditori sull’orlo del fallimento a causa dello spropositato aumento dei canoni dovuto all’applicazione dei valori Omi.

Primi firmatari, i deputati Sergio Pizzolante (Ncd) e Tiziano Arlotti (Pd), che con l’emendamento 10.30 intendono introdurre, in attesa della riforma generale delle concessioni balneari, la moratoria dei canoni fino al 15 settembre 2015, anche qualora i relativi importi siano stati iscritti a ruolo e siano state emesse cartelle di pagamento. Se approvato, l’emendamento sospenderebbe anche i procedimenti amministrativi avviati dalle amministrazioni competenti e i loro relativi effetti sulla revoca o decadenza dalla concessione demaniale marittima.

Per leggere il testo dell’emendamento, clicca qui.

Negli ultimi mesi sono stati diversi i tentativi di salvare le imprese balneari pertinenziali, purtroppo andati tutti a finire male. Numerosi sono gli appelli da parte dei rappresentanti dei balneari affinché questa volta l’emendamento vada a buon fine. Così Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneatori: «Come già richiesto sindacalmente in forma unitaria, ci appelliamo ai parlamentari affinché sia approvato l’emendamento necessario per sospendere il pagamento dei canoni, i procedimenti amministrativi avviati dalle amministrazioni competenti e gli effetti dei medesimi, relativi alla sospensione, revoca o decadenza della concessione e derivanti dal mancato versamento di canoni eccessivamente onerosi».

Sulla vicenda è intervenuto inoltre il presidente di Federbalneari Renato Papagni, che insieme al rappresentante del Coordinamento pertinenziali Walter Galli ha inviato una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi (clicca qui per leggere la versione integrale): «Il governo e il parlamento hanno preso atto dell’errore sui canoni pertinenziali – si legge nella missiva – e il sottosegretario Baretta è pronto a proporre la riforma dei canoni incentrata sull’equità nel calcolo. Ma la tematica è stata inserita dentro il ddl che intende riformare complessivamente il demanio marittimo, andando a complicare le cose: la questione della direttiva Servizi, infatti, sembra aver bisogno di tempo per trovare soluzione, ma noi tempo non ne abbiamo più, le aziende stanno fallendo. Il sottosegretario Baretta sta provando convintamente a trovare soluzione, ma il problema risulta essere sempre la copertura economica. Non crediamo che il punto sussista in quanto gli atti amministrativi non risultano una mancata entrata, mentre per i pagamenti si sostiene esclusivamente di prorogarli entro l’anno solare del 2015 in attesa che finalmente il governo presenti il ddl di riforma dei canoni. La questione economica crediamo sia veramente minimale: infatti gran parte di queste 250 aziende, tutte con ricorsi giudiziari pendenti, hanno ottenuto la sospensione ottenuta dal giudice; altre hanno presentato istanza per i commi 732 e 733 della legge 147/2014 e sono in attesa delle risposte, parte dei canoni sono stati pagati, molti concessionari hanno mutui aperti proprio per pagare i canoni e salvare il titolo. Quindi l’importo totale è esiguo e comunque non incassabile in quanto le aziende non hanno risorse economiche».

«La invitiamo, dunque, a prendere in considerazione due aspetti: il primo, sostenere il sottosegretario Pier Paolo Baretta per riuscire a trovare la soluzione che permetta alle piccole e medie imprese che rappresentiamo di svolgere attività in modo sano fino alla prossima riforma. Il secondo aspetto è quello di stralciare la riforma dei canoni dal testo complessivo del decreto legge. Se è vero che il federalismo demaniale prevede un accordo Stato-Regioni, è altrettanto vero che la materia canoni è prettamente dello Stato, il ritardo sulla presentazione del ddl sarebbe un disastro in quanto il 15 settembre i Comuni dovranno spedire gli introiti di pagamento dei canoni e se per quella data la riforma non sarà stata fatta, un ulteriore anno solare non potrà essere normato dal nuovo calcolo. Anche il direttore dell’Agenzia del demanio Roberto Reggi ha preso atto della situazione e dell’urgenza di attivare azioni normative e breve, poiché i nostri ricorsi stanno arrivando a sentenza, dando ragione ai concessionari balneari, con restituzione di notevoli importi che potrebbero causare danni economici alla stessa Agenzia».

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