di Alex Giuzio
«Nelle more del complessivo riordino della materia dei canoni demaniali marittimi», si dovrebbe prevedere «la sospensione della riscossione dei cosiddetti canoni pertinenziali e dei connessi procedimenti amministrativi sanzionatori». È la richiesta contenuta nel parere favorevole della commissione Attività produttive della Camera alla legge di Stabilità, al momento all’esame di Montecitorio.
Dopo che il Senato ha bocciato tutti gli emendamenti sulle imprese balneari, compreso quello più urgente della sospensione dei canoni pertinenziali (vedi notizia), alla Camera emergono nuove speranze per le circa 300 aziende colpite dagli insostenibili valori Omi.
Questa volta è davvero l’ultima possibilità: se entro la fine di quest’anno il governo non prenderà un adeguato provvedimento per salvarle, le imprese balneari pertinenziali moriranno a causa di un errore dello Stato. Non servono nemmeno più parole per dirlo, dopo l’intervento di Walter Galli del Coordinamento concessionari pertinenziali, che alla presentazione dell’Integruppo parlamentare per la tutela delle imprese balneari ha pronunciato questo discorso che fa chiaramente capire il dramma che stanno vivendo questi imprenditori.
Tra l’altro, le operazioni per il salvataggio delle imprese balneari pertinenziali sono rese ancora più difficili dalla stampa generalista, che alla presentazione degli emendamenti in Senato ha bollato come un generico "condono per gli stabilimenti balneari" quello che in realtà doveva essere una sanatoria solo per i 300 pertinenziali, e non certo per tutti gli stabilimenti; influenzando l’opinione pubblica e la classe politica e bloccando così l’emendamento. Ne abbiamo parlato anche nell’articolo ”Contro le imprese balneari è tornata la solita disinformazione”.
A questo proposito, il Coordinamento concessionari pertinenziali ha comunicato che «diffideremo qualunque testata giornalistica che pubblichi articoli relativi a ipotetiche sanatorie riguardanti i nostri canoni come successo la settimana scorsa, in quanto la notizia è assolutamente falsa in alcuni casi e distorta ad arte quando va bene. Ci riserveremo la possibilità di denunciare con richiesta danni chiunque con dichiarazioni false precluda una soluzione politica a un tema drammatico di cui non si è a conoscenza, e che noi stiamo vincendo con i contenziosi di merito, con l’Agenzia del Demanio che è costretta dai giudici a restituire somme ingenti al concessionario. Quindi, se si vuole affrontare veramente il tema, un giornalista serio e responsabile deve prima informarsi e non tramutare la parola "sospensione" con la parola "sanatoria". Invitiamo tutti i colleghi di non condividire post del genere per non divulgare post falsi e di segnalarci ogni singolo post che parli di sanatoria. Siamo disperati e lottiamo dalla mattina alla sera da mesi per ottenere giustizia: noi non siamo da sanare né da condonare».
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