Nessuna svolta del governo nei confronti delle regioni che hanno disposto l’indennizzo in favore del concessionario esistente in sede di assegnazione delle concessioni demaniali marittime. In merito all’articolo pubblicato lo scorso 8 aprile a firma di Antonio Capacchione, dal titolo “Balneari, svolta del governo su indennizzi: ritirata impugnativa Campania” (clicca qui per leggerlo), dobbiamo infatti informare che la notizia è stata trasmessa in maniera errata a causa di una incomprensione dell’autore che ha alterato la reale natura di quanto scritto. Come ci ha informato in data odierna l’autorevole ing. Giannicola Ruggieri di Demaniomarittimo.com, che ringraziamo per la segnalazione, «il ricorso è stato ritirato non perché l’Avvocatura di Stato abbia cambiato rotta (come erroneamente riferito nell’articolo, NdR), bensì semplicemente perché le norme impugnate sono state cancellate dalla stessa Regione Campania con legge regionale 22/2016 a decorrere dal 9 agosto 2016. Il contenzioso, insomma, non esiste più in quanto non esiste più la norma regionale a cui si riferiva».
A confermarlo è anche lo stesso Antonio Capacchione in un comunicato inviato oggi che recita così: «Avevamo dato notizia che all’udienza del 4 aprile scorso la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto dell’avvenuta rinunzia al ricorso da parte dell’Avvocatura dello Stato in rappresentanza del governo nella causa dallo stesso promossa contro la Regione Campania per la dichiarazione di illegittimità dell’art. 17, commi 3, 4, 5 e 6 della legge n. 6 del 05.04.2016 con la quale è stato disposto l’indennizzo in sede di pubblica evidenza delle cc.dd.mm. Conseguentemente la Consulta non si è potuta pronunciare in merito alle questioni sollevate, preannunciando, a mezzo del Relatore prof. Barbera, la dichiarazione dell’estinzione del processo sulla questione. Avevamo, quindi dato un giudizio positivo su quanto accaduto augurandoci che lo stesso si sarebbe verificato anche nei confronti della legge analoga della Toscana (art. 2 comma 1 della legge regionale nr. 31 del 09.05.2016) oggetto del ricorso n. 402016 che sarà trattato il prossimo 23 maggio. Tuttavia, a un successivo approfondimento della vicenda è risultato invece che siffatto atto di rinunzia, depositato il 30.11.2016 e accettato dalla Regione Campania con l’atto depositato il successivo 28.12.2016, è il frutto non di un ripensamento del governo, ma solo dell’avvenuta abrogazione delle norme impugnate avvenuto con l’art. 16 comma 3 della legge regionale campana n. 22 dell’8.08.2016. È pertanto venuta a cessare la materia del contendere, essendo state abrogate, dalla Regione Campania, le norme impugnate. Per cui c’è stato sì un “cambiamento di rotta”, ma non da parte del governo bensì da parte della Regione Campania!».
Prosegue Capacchione: «Ciò delude i balneari italiani e, in modo particolare, quelli toscani che sono in attesa dell’esito dell’analogo ricorso. Pertanto non possiamo che ribadire quanto in merito detto al ministro agli affari regionali Enrico Costa nell’incontro avuto nel settembre scorso: è cioè quantomeno contraddittorio un governo che propone nel disegno di legge AC 4302 la “valorizzazione delle attività imprenditoriali nonché di riconoscimento e di tutela degli investimenti, dei beni aziendali e del valore commerciale” (art. 1 comma 1 lett. a) e nel contempo impugna davanti alla Corte Costituzionale proprio le leggi regionali che la prevedono».
«Potremmo anche comprendere ma non giustificare siffatta impugnativa – conclude Capacchione – se volta esclusivamente alla rivendicazione della competenza statale in materia. Ma quando il ricorso alla Corte Costituzionale, come nel caso che sarà discusso il 23 maggio p.v., riguarda proprio la legittimità dell’indennizzo, allora si pone un problema di coerenza e di credibilità da parte del governo e questo va stigmatizzato».
Anche da parte nostra ci scusiamo con i lettori di Mondo Balneare.
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