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Balneari, l’UE accetterà 30 anni? L’interrogazione di Bizzotto

L'eurodeputata leghista chiede a Bruxelles l'orientamento sulla legge in discussione per le concessioni italiane di spiaggia.

di Alex Giuzio

La Commissione europea accetterà la proroga di 30 anni e il riconoscimento di un indennizzo per gli imprenditori balneari italiani? È su questi aspetti che le associazioni di categoria si stanno concentrando per la riforma delle concessioni di spiaggia, ma come Bruxelles reagirà a un’eventuale legge di questo tipo, resta ancora un mistero. Non è infatti lontano il ricordo della proroga al 2020, quando il portavoce del commissario Barnier si intromise in fase di discussione della legge per dichiarare la contrarietà dell’Europa a una lunga proroga.

Intanto, però, un europarlamentare italiano ha cominciato a portarsi avanti per conoscere l’orientamento delle istituzioni europee. Si tratta di Mara Bizzotto (Enf – Lega nord), che lo scorso 10 marzo ha presentato un’interrogazione, pubblicata solo martedì scorso e gentilmente segnalataci da Antonio Smeragliuolo (vicepresidente Itb Italia). Si tratta dell’interrogazione n. 002126-16, che riportiamo qui di seguito (fonte):

Parlamento europeo – n.002126-16 – Interrogazione a risposta scritta presentata in data 10 marzo (visibile online il 29 marzo 2016) dall’eurodeputato Mara Bizzotto (ENF) sulle Concessioni balneari, pronuncia dell’avvocato generale della Corte di giustizia e necessario tutelare gli operatori italiani

Il 25 febbraio l’avvocato generale della Corte di giustizia europea ha emesso il proprio parere in merito alle cause C-458/14 e C-67/15 concludendo che la proroga delle concessioni fino al 2020 è contraria a quanto disposto dalla direttiva «Servizi» 2006/123/CE.

Qualora la sentenza (prevista per maggio 2016) confermasse tale parere, l’Italia dovrebbe procedere a indire gare di appalto ad evidenza pubblica entro il 2018 per le concessioni demaniali marittime.

Poiché le oltre 30mila aziende balneari italiane sono fondamentali per il turismo e l’economia del paese avendo investito in strutture, impianti e recuperi ambientali, può la Commissione far sapere:

  1. se valuta positivamente un’eventuale proposta del governo italiano di prevedere un periodo di transizione (fino a 30 anni) per consentire alle imprese di rientrare degli investimenti fatti;
  2. se ritiene compatibile con la direttiva in questione il fatto che le gare ad evidenza pubblica prevedano requisiti qualificanti come l’esperienza professionale, le competenze maturate, la salvaguardia dei posti di lavoro, ecc.;
  3. se valuta positivamente l’ipotesi di riconoscere agli operatori balneari che perderanno la concessione, un indennizzo pari al valore complessivo dell’azienda?

Come la Commissione europea risponderà, resta ancora da sapere: da prassi, questo avviene di solito entro sei settimane dall’interrogazione. Perciò occorre mantenere alta l’attenzione, poiché si tratterà di una posizione molto importante per capire l’orientamento di Bruxelles.

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