È stato incardinato il disegno di legge-delega sulla riforma delle concessioni balneari. Lo hanno annunciato i deputati Sergio Pizzolante (Ap-Ncd) e Tiziano Arlotti (Pd), relatori della legge nelle rispettive commissioni VI “Finanze” e X “Attività produttive e turismo”, dove ieri è stato discusso congiuntamente il testo. «La prossima settimana inizieremo le audizioni con i Comuni e le Regioni, e successivamente sentiremo tutte le associazioni di categoria e i gruppi organizzati. Contiamo di andare in aula entro un mese e mezzo per poter approvare la legge alla Camera». Ma le opposizioni attaccano, con Deborah Bergamini (Forza Italia) che contesta «l’eccessiva fretta con cui la maggioranza sta agendo: così si rischia solo di produrre l’ennesimo pasticcio, senza fornire una risposta adeguata e definitiva al settore balneare».
I contenuti della legge
Il disegno di legge-delega sulle concessioni balneari intende istituire le procedure di evidenza pubblica dopo un periodo transitorio la cui entità è ancora da definire (le associazioni di categoria Sib, Fiba e Oasi chiedono 30 anni). Inoltre, il testo si propone di garantire il criterio della professionalità acquisita in fase di selezione e il riconoscimento del valore commerciale al concessionario uscente, ma anche questi dettagli saranno definiti nei successivi decreti attuativi (per leggere il disegno di legge integrale, clicca qui).
Come spiega Pizzolante, «nella relazione mia e del deputato Tiziano Arlotti, ieri abbiamo ribadito che esistono nelle inequivocabili norme e sentenze europee che affermano come nel settore balneare occorra passare da procedure di selezione pubblica, senza più alcun rinnovo automatico. Ma dall’altra parte, abbiamo ricordato che si sono trentamila imprese nate in base a una legge che costruiva un lunghissimo affidamento legittimo, e tali imprese non si possono cancellare con una riga, anzi devono essere valorizzate. Quindi, pur contemplando le norme e le sentenze europee in materia di concessioni balneari, occorre garantire una fase di transizione prima delle evidenze, nonché il riconoscimento del valore di impresa e la professionalità. Il percorso è partito: dalla settimana prossima inizieremo a fare le audizioni, prima con Comuni e Regioni, poi con tutte le associazioni di categoria e i gruppi organizzati. Contiamo di andare in aula entro un mese e mezzo per approvare la legge-delega alla Camera».
Aggiunge Arlotti: «Ha preso il via l’iter di un provvedimento fondamentale, che dovrà tenere conto delle peculiarità del settore e del territorio. L’obiettivo è di arrivare una normativa che in primo luogo salvaguardi un settore strategico per lo sviluppo del turismo come quello ricreativo balneare e l’attrattività del nostro Paese. Siamo arrivati alla fase più importante, dopo dieci anni in cui non si era andati oltre le due proroghe e dopo la sentenza della Corte di giustizia europea. Ora è il momento di definire una legge che metta gli operatori in condizioni di investire. Dopo anni di incertezza, in cui è crollato tra l’altro il settore dei fornitori delle attività balneari, va recuperato in tempi rapidi il tempo perduto per l’innovazione del prodotto e la competitività».
La battaglia dell’opposizione
Ma Forza Italia non ci sta, e con Deborah Bergamini attacca: «Siamo perplessi per la scelta di utilizzare lo strumento della legge-delega, che esautora il parlamento da un percorso che invece dovrebbe essere stato guidato da esso. Questo perché negli ultimi anni la situazione di disorientamento, confusione e sconquasso nella quale si trova il settore balneare è il frutto di una serie di scelte, operate dagli ultimi governi, che sono state più improntate alla fretta di deliberare o all’urgenza di uscire dalle procedure di infrazione, senza però avere portato nessun tipo di certezza al settore».
«È evidente – continua Bergamini – che ancora una volta il criterio della velocità supera il criterio dell’approfondimento e della conoscenza del problema. Siamo consapevoli che occorra riordinare al più presto l’intero comparto balneare, dando risposte corrette a problemi irrisolti da anni, e proprio per questo siamo preoccupati per la fretta che sta guidando il governo, col rischio di produrre l’ennesimo pasticcio. La complessa situazione in cui si trovano le aziende balneari richiederebbe più approfondimenti, e per questo non rinunceremo a fare tutte le audizioni necessarie affinché si possa dibattere ampiamente sulla difficoltà di applicare la direttiva Bolkestein alle imprese balneari. Vogliamo cercare di lavorare il più possibile di comune accordo, senza farci imporre tabelle di marcia dalla maggioranza, perché questa volta intendiamo scrivere la parola “fine” a una disavventura che sta costando moltissimo in termini di mancati investimenti e sviluppo dell’intero settore balneare».
Il retroscena: la documentazione interna per i deputati
Per comprendere meglio i contenuti del disegno di legge sulle concessioni balneari, può essere utile la lettura del dossier che i servizi studi dei dipartimenti alle Finanze e alle Attività produttive hanno elaborato al fine di riassumere quella che resta una situazione molto complicata. Si tratta di una documentazione interna prodotta dagli uffici della Camera al fine di illustrare ai parlamentari l’argomento di cui si devono occupare.
Il documento in questione, datato 30 marzo e di cui siamo venuti in possesso ieri, articola in dieci pagine il disegno di legge del governo, le altre quattro proposte di legge abbinate e soprattutto l’attuale situazione normativa delle concessioni balneari, definendola «assai complessa». In particolare, il documento in questione ripercorre le vicende in materia di demanio marittimo sin dall’applicazione della direttiva Bolkestein, per poi riassumere tutti i contenziosi (tra cui quello della Corte di giustizia europea che lo scorso 14 luglio si è espressa «stabilendo che il diritto comunitario non consente che le concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali marittime e lacustri siano prorogate in modo automatico in assenza di qualsiasi procedura di selezione dei potenziali candidati», come spiega il dossier).
Il testo, di lettura molto interessante anche per gli imprenditori balneari, è scaricabile in pdf cliccando qui.
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