di Alex Giuzio
Dei ministri Gnudi e Moavero, Bruxelles ieri non ha visto nemmeno l’ombra. «Un appuntamento con la Commissione europea ci sarà, ma non è ancora stato fissato», ha annunciato all’Ansa il ministro per gli affari europei, smentendo così le voci circolate sulla stampa italiana che volevano Enzo Moavero e il suo collega al dicastero del turismo Piero Gnudi in volo verso la sede dell’Ue per discutere il loro decreto sulle concessioni di spiaggia – che manda gli stabilimenti balneari a evidenza pubblica – e per confrontarlo con la recente soluzione spagnola che invece ha prorogato le concessioni di 75 anni.
In realtà, ieri Moavero si è recato nella capitale belga come fa ogni mese, per incontrare gli eurodeputati italiani e discutere di questioni comunitarie. Ma uno scambio di battute sulla situazione delle spiagge non è comunque mancato: «La procedura d’infrazione europea contro l’Italia è stata chiusa con l’approvazione della legge comunitaria 2010 adottata nel novembre 2011 – ha spiegato Moavero – e ora il problema riguarda solo il nostro paese. Il governo sta verificando con la massima attenzione come la questione possa essere affrontata al meglio, e la soluzione spagnola, pur se riferita a un contesto diverso, merita di essere analizzata, così come occorre verificare se il pacchetto appalti Ue possa avere una pertinenza con il caso delle concessioni demaniali a fini turistici».
Nel corso dell’incontro, qualche eurodeputato ha contestato le proposte del governo Monti. È il caso dell’europarlamentare leghista Mara Bizzotto, che ha chiesto a Moavero di puntare a ottenere una deroga o un esonero alla direttiva Bolkestein: «Una deroga specifica basata sul modello spagnolo o un esonero vero e proprio sono le due uniche opzioni percorribili per evitare che gli effetti disastrosi della direttiva europea sulla liberalizzazione dei servizi annientino le trentamila imprese italiane impegnate nel settore del turismo balneare. Per rafforzare questo cammino, ho presentato alla Commissione europea un’interrogazione in cui chiedo se la legge adottata dalla Spagna sia compatibile con la direttiva servizi, e possa quindi essere replicata in Italia senza il rischio di incorrere in sanzioni da parte dell’Ue. Qualora il parere di Bruxelles fosse negativo, l’unica soluzione per salvare gli attuali imprenditori rimarrebbe l’esonero delle aziende balneari dall’applicazione della Bolkestein».
Nel frattempo, continuano le pressioni da parte di sindacati ed enti locali per partecipare all’incontro previsto a Bruxelles tra Gnudi e la Commissione europea. Il governo Monti ha infatti deciso il destino delle spiagge autonomamente, senza consultare i diretti interessati, e scrivendo una bozza di decreto rifiutata dalle associazioni balneari e da tutti i partiti politici. I sindacati hanno chiesto al parlamento di revocare la delega al governo che gli permette di legiferare sulle concessioni marittime demaniali (leggi l’istanza di Cna Balneatori e l’appello di Sib, Fiba e Assobalneari), mentre l’Anci ha comunicato l’impossibilità, per i singoli comuni, di organizzare le gare di appalto così come previste dalla bozza del decreto Gnudi (vedi notizia).
In questi giorni è stato in particolare Enrico Rossi, governatore della Toscana, a esporsi per rivendicare i diritti degli attuali imprenditori balneari, che hanno investito ingenti cifre in base al rinnovo automatico delle concessioni, e che ora rischiano di farsi portare via le aziende senza nemmeno ricevere un adeguato indennizzo. «Solo pochi giorni fa – ha scritto Rossi in una lettera aperta ai balneari toscani – abbiamo consegnato al ministro Gnudi una nota con alcune considerazioni e proposte che porteremo avanti in ogni sede istituzionale per salvaguardare da un lato le trentamila imprese che hanno investito nelle loro attività e che hanno prodotto numerosi posti di lavoro, e dall’altro per valorizzare il patrimonio della costa italiana evitando ogni forma di cementificazione e snaturamento delle caratteristiche ambientali dei luoghi e delle comunità costiere. Al governo abbiamo chiesto un’azione più incisiva verso l’Unione europea sulla direttiva Bolkestein, e in particolare abbiamo evidenziato la necessità di favorire la continuità nella gestione degli stabilimenti e il loro mantenimento nelle mani della piccola proprietà. Questa è anche la soluzione individuata dalla Spagna, una realtà per molti versi simile alla nostra. Potrebbe essere questa la strada da seguire anche dall’Italia, ma d’altra parte l’impronta liberista che anima il nostro governo non ci aiuta a perseguire questo obiettivo. La Regione Toscana insisterà nel chiedere anche una più forte e argomentata analisi del fenomeno italiano legato alle concessioni sul demanio marittimo, considerando il fatto che il nostro turismo balneare rappresenta la componente più importante dell’offerta turistica nazionale. Le Regioni hanno richiesto formalmente in più occasioni di definire una regolamentazione omogenea dell’uso del territorio costiero dei beni del demanio marittimo, che lasci alle amministrazioni regionali la possibilità di individuare le modalità idonee per garantire il mantenimento e la tutela dell’identità del turismo balneare italiano, la qualificazione dei servizi per la sicurezza della balneazione, e la valorizzazione dei sistemi di piccole e medie imprese della costa. Questa è la nostra posizione, e la Toscana farà la sua parte per contribuire a raggiungere questi obiettivi».
A mancare, purtroppo, è un’analoga posizione del governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani, che oltre a essere il massimo rappresentante di una delle più importanti regioni per il turismo balneare, è anche il presidente della Conferenza delle regioni. Una sua dichiarazione ufficiale e netta a favore degli attuali concessionari potrebbe fare la differenza davanti al governo Monti, e i balneari romagnoli stanno pensando all’organizzazione di una manifestazione a Bologna proprio per chiedere a Errani un cenno sulla questione. Dopo l’appello odierno di Cna Ravenna, venerdì si potrebbe discutere di questa eventualità nel corso dell’assemblea organizzata da Fiba Emilia-Romagna a Cervia (vedi notizia).
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