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Assobalneari: ‘Proroga 30 anni, lo studio della Camera ci dà ragione’

L'ufficio giuridico dei deputati ha pubblicato un'analisi di confronto normativo con Spagna e Portogallo. Licordari: ''Primo passo in avanti''

«La situazione è oramai chiara: Spagna e Portogallo hanno concesso proroghe fino a 75 anni e non è stata aperta nessuna infrazione da parte dell’Unione europea. Chiediamo che anche l’Italia prosegua su questa strada». A dirlo è Fabrizio Licordari, presidente nazionale di Assobalneari Italia – Confindustria.

A seguito dell’audizione di Assobalneari e Federturismo alla Camera (guarda il video), dove è in discussione il ddl delega di “Revisione e riordino del demanio marittimo” approdato alle commissioni congiunte Finanze e Attività produttive, «le schede preparate dall’ufficio giuridico della Camera danno ragione alle tesi fin qui portate avanti dagli imprenditori balneari aderenti a Federturismo Confindustria», sostiene Licordari. «Sono quattro anni che consegnamo a tutti gli interlocutori le legislazioni integrali e in lingua originale. Adesso, dopo che lo abbiamo fatto nuovamente in audizione, sembra che qualcuno se ne sia finalmente accorto; infatti è proprio in seguito alla nostra attività che è giunto questo chiarimento dall’ufficio giuridico della Camera. Le schede sono estremamente riassuntive, ma almeno rappresentano un primo passo in avanti a conferma della verità».

Dunque, precisa Licordari, «ci sono casi concreti che dimostrano un’applicazione differente della Bolkestein. Per il contesto portoghese viene identificata la scelta politica di garantire alle aziende un periodo lungo che assicuri ai titolari di concessione il cosiddetto “diritto di preferenza”. Per la Spagna si parla invece di certezza giuridica nei rapporti di concessione e nel regolamento attuativo della legge che ha previsto una proroga fino a 75 anni, ed è stato anche introdotto il rafforzativo della preferenza per il concessionario uscente in caso di domanda di rinnovo. Questo è proprio quello che chiediamo: ossia che si scelga politicamente di procedere a una proroga di trent’anni per garantire certezza agli operatori italiani, che comunque in qualsiasi caso devono avere un diritto a poter continuare a svolgere l’attività che nel tempo hanno creato». L’approvazione della legge delega di revisione e riordino della normativa sul demanio marittimo, come sottolineato anche da Federturismo Confindustria, infatti «rischia di modificare unilateralmente in Europa le condizioni di accesso al mercato senza garantire reciprocità con altri paesi europei, nostri diretti concorrenti, che potranno, se approvata la norma, liberamente acquisire la gestione del nostro patrimonio demaniale senza possibilità di reciprocità per i nostri imprenditori».

Entrando nel merito delle documentazioni, «la Camera descrive come non ci sia stata nessuna infrazione europea per i due paesi. Quanto identificato dai tecnici della Camera – precisa Licordari – dimostra che è possibile attuare diversamente la Bolkestein per difendere oltre 33mila aziende italiane. Nel 2007 il Portogallo, con il decreto legge denominato “Lei de Agua”, nel rinnovo di durata di 75 anni delle concessioni, ha riconosciuto il diritto del concessionario uscente a essere preferito rispetto ad altri concorrenti. Un articolo molto simile che la commissione europea ha fatto abrogare all’Italia con la procedura di infrazione del 2009. Per quanto riguarda la Spagna, nel 2013 viene varata la “Ley de Costas” auspicata addirittura da Bruxelles, che prevede una proroga secca da 30 a 75 anni delle concessioni in essere in base alla loro tipologia, senza le procedure di evidenza pubblica imposte invece per l’Italia praticamente nel corso dello stesso periodo temporale. Stiamo parlando di paesi molto simili all’Italia, con l’economia turistica che è trainante e con una consolidata industria balneare. In questo caso il nostro governo, invece che tutelare questa ricchezza e permettere all’Italia di diventare il paese guida del settore in Europa, sceglie di minare foltamente le basi di questa industria».

Ma vi è altro, aggiunge Licordari: «In sede di audizione, le amministrazioni dello stato preposte al settore (Agenzia del demanio) non sono state in grado di fornire dati esaustivi sul numero e sulla consistenza delle aree in concessione, così come delle aree demaniali marittime libere e come tali concedibili, al fine di verificare la sussistenza o meno del requisito della scarsità delle risorse (vedi notizia, NdR). In più, non sono disponibili dati utili al fine di verificare la sussistenza o meno dell’altro requisito da cui discende l’applicabilità della direttiva Bolkestein, al pari di quello della scarsità delle risorse disponibili, e cioè l’interesse transfrontaliero certo, cioè l’analisi del pregio economico e ambientale delle concessioni demaniali marittime attualmente in concessione».

Pertanto, la richiesta del presidente Licordari è quella di «proseguire con un regime di proroga di 30 anni delle concessioni demaniali e di sospendere l’esame del ddl delega di “Revisione e riordino del demanio”, che sarebbe il primo provvedimento italiano ed europeo che certificherebbe le evidenze pubbliche, con la conseguente messa all’asta delle aziende concessionarie, “senza se e senza ma” e senza, tra l’altro, la verifica e l’accertamento dei presupposti di fatto da cui discendono le norme in esame».

«Chiediamo al parlamento che faccia buon uso di quanto abbiamo prodotto, ormai noto a tutti – conclude Licordari – e ancor più che si tenga nel dovuto conto di quanto fornito in merito dall’ufficio giuridico della Camera dei deputati. È possibile giungere a una proroga e tutelare oltre trentamila famiglie di imprenditori italiani, nonostante un accanimento anche di tipo giudiziario che non ha precedenti. Ci auguriamo che le regole discendano ancora dalla volontà popolare e quindi dalle leggi approvate dal parlamento e non dalle sentenze dei tribunali».

Qui di seguito, le schede dell’ufficio giuridico della Camera dei Deputati.

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Assobalneari Italia Federturismo Confindustria

Assobalneari Italia è l’associazione che riunisce le imprese balneari aderenti, a livello nazionale, al sistema Federturismo Confindustria.
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