Le associazioni di categoria Assobalneari-Confindustria, Assomarinas, Confindustria Nautica, Assonat-Confcommercio, Base Balneare e Federterziario Balneari hanno inviato una lettera alla presidente del consiglio Giorgia Meloni per sollecitare la convocazione del tavolo tecnico sulla riforma delle concessioni demaniali marittime, previsto da una norma approvata col decreto milleproroghe e necessario per decidere il futuro dei titoli in scadenza il 31 dicembre 2024.
Così Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria, motiva in una nota le ragioni della missiva: «Le giornate primaverili, che con temperature miti preannunciano l’inizio ormai imminente dell’estate, rendono sempre più attuale la questione delle concessioni che riguardano tutto il comparto turistico ricreativo e in particolar modo gli stabilimenti balneari, i porti turistici e il mondo della nautica. I segnali provenienti da alcuni Comuni e anche i continui richiami da parte di alcuni organi di informazione che, in malafede e in modo strumentale, legano la vicenda balneare all’ottenimento dei fondi del Pnrr come un nodo da risolvere, hanno indotto le organizzazioni degli imprenditori balneari insieme alle associazioni della nautica e dei porti turistici, facendo fronte comune, a inviare la richiesta di convocazione del tavolo tecnico previsto dal decreto 198/2022 al presidente del consiglio Giorgia Meloni e per conoscenza a tutti i ministri competenti».
Prosegue Licordari: «Crediamo che i tempi siano maturi per avviare i lavori del tavolo previsti dalla normativa vigente e per avviare il percorso a tutela di imprese che contribuiscono a tenere alto il prodotto made in Italy e alla crescita del Pil, con un modello che altri paesi nostri competitor hanno copiato e tutelano per sviluppare la loro economia».
«Sono vergognosi gli attacchi continui da parte di una certa stampa che, in modo costante, utilizza argomenti pretestuosi per avere appeal nei confronti dell’opinione pubblica che conosce in modo superficiale questa vicenda», conclude il presidente di Assobalneari-Confindustria. «Solo un cieco non si può accorgere che questo comportamento danneggia le imprese italiane e la nostra economia, favorendo invece chi sta dietro le quinte e con un’abile regia lavora per consentire a multinazionali e a fondi di investimento di poter sbarcare sulle nostre coste egemonizzando l’economia del mare, come già è stato fatto dalla grande distribuzione a discapito del piccolo commercio di quartiere. Sono fermamente convinto che il governo, insieme al parlamento, abbia in mano gli strumenti e gli argomenti per difendere e opporsi a questo attacco proveniente da Bruxelles, ma per farlo è necessario avviare al più presto il tavolo tecnico con coloro che sono coinvolti in questa vicenda, politici e imprese, proprio come abbiamo richiesto».
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