di Antonio Fraschilla
Oltre novemila fra lidi, ristoranti e bar sulle spiagge di Sicilia aperti tutto l’anno, senza alcuna limitazione e con un’unica autorizzazione che durerà fino al 2020, quando scadranno le concessioni. L’epoca delle "stagioni" che andavano da maggio a ottobre è finita ieri con la firma da parte dell’assessore al territorio e all’ambiente Maurizio Croce della circolare attuativa che consentirà l’apertura tutto l’anno delle attività che sorgono sul demanio marittimo.
La norma era stata votata nella Finanziaria e inserita nel contesto di una riforma che prevede la cessione delle competenze in materia ai Comuni che, fra le altre cose, dovrebbero anche approvare un piano delle coste. Ma in attesa di questi futuribili passi in avanti, la circolare sblocca il cuore della questione, venendo incontro alla prima richiesta dei lidi: cioè il via libera all’apertura delle attività per tutto l’anno. «La circolare è immediatamente attuativa – dice l’assessore Croce – e prevede la possibilità per i concessionari di mantenere le proprie attività per il tempo che reputano più opportuno. Ad esempio, l’Italo-Belga di Mondello potrà tenere le cabine in legno anche oltre ottobre o piazzarle prima di maggio. Sarà una sua scelta. Quest’anno l’Italo-Belga, come tutti gli altri novemila concessionari, dovrà solo ottenere i pareri da parte di Comuni, Soprintendenze e Genio civile e fare domanda all’assessorato. Ma, a differenza del passato, questa domanda non dovrà essere ripetuta il prossimo anno e ogni anno successivo, ma varrà fino alla scadenza naturale della concessione, quindi fino al 2020».
Lo stesso discorso vale per i locali sulle spiagge. Il Mida di Mondello, per esempio, potrà rimanere aperto tutto l’anno, come i locali dell’Addaura, dal Cala Levante al Phi Beach, solo per citarne alcuni. "Liberi tutti" anche nel resto della Sicilia, dai locali in riva al mare nella zona di Isola Bella a Tormina a quelli di San Vito Lo Capo.
Grazie alla liberalizzazione la Regione conta di aumentare gli incassi. Sulla carta oggi i concessionari dovrebbero versare all’amministrazione circa venti milioni di euro, anche se in realtà gli incassi non superano gli otto milioni. «Stimiamo un aumento degli introiti pari al 30 per cento», dicono dall’assessorato al territorio. Rimane un fatto: il canone aumenterà perché si paga per tutto l’anno, almeno chi lo vorrà, ma la tariffa rimarrà inalterata, quindi tra le più basse in Italia.
fonte: La Repubblica
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