di Alex Giuzio
Il ministro dell’interno Angelino Alfano ha presentato lo scorso venerdì l’operazione "Spiagge sicure" contro i venditori abusivi sulle spiagge. Il provvedimento chiede a prefetti e questori di rafforzare i controlli anti-abusivismo, attaccando i cosiddetti "vu cumprà" che vendono sulle coste e nelle piazze di tutta Italia merci spesso contraffatte. «Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà – ha dichiarato Alfano presentando la direttiva – dobbiamo radere al suolo la contraffazione».
Visto lo scarso tempismo con il quale è stata varata la direttiva, a pochi giorni dal Ferragosto che segna allo stesso tempo il maggiore afflusso di turisti nelle spiagge italiane e l’imminente fine della stagione estiva, i prefetti stanno convocando in gran fretta in queste ore i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, per impartire alla Guardia di finanza e alle altre forze dell’ordine l’input arrivato dal Viminale per restituire, dice il ministro, la «serenità agli italiani in ferie».
Il comandante generale della Guardia di finanza Saverio Capolupo ha confermato che darà «completa attuazione a questa direttiva in piena sintonia con le altre forze dell’ordine». La campagna lanciata da Alfano punterà a tutelare i cittadini, «liberandoli dall’assillo dei venditori ambulanti», insistendo sulla pericolosità dei prodotti falsi e senza che scattino pene e sanzioni per chi acquista le merci (il che non cambierà la cultura italiana che generalmente apprezza acquistare dagli ambulanti abusivi).
I venditori abusivi di merci contraffatte sono senza dubbio un problema serio: secondo i dati della Guardia di finanza, dal 1° gennaio 2013 al 30 giugno 2014 sono complessivamente oltre 87,5 milioni i prodotti contraffatti sequestrati in 69.045 operazioni anti-contraffazione che hanno portato a 25.832 sanzioni amministrative, 12.521 denunce e 655 arresti. Tuttavia il provvedimento di Alfano, oltre che piuttosto tardivo, mira solo all’anello debole della catena: i venditori abusivi sono anch’essi vittime di un sistema di criminalità organizzata, che sfrutta gli immigrati irregolari e bisognosi di un lavoro per spacciare merce falsa in spiaggia. L’aumento di controlli e di arresti sul litorale non sarebbe certo sufficiente a risolvere il problema. Oltretutto, sulle spiagge italiane il problema dell’abusivismo commerciale, per quanto grave e di lunga data, non è meno importante della direttiva europea Bolkestein, che minaccia la scomparsa delle piccole imprese balneari italiane a favore di grandi villaggi costruiti dalle multinazionali: perché il ministro dell’interno non è stato altrettanto celere a intavolare i lavori per risolvere uno stallo economico che dura da più di cinque anni? Anche se nel governo Renzi sono altri i ministri che si stanno occupando della riforma del demanio marittimo, rimane la delusione per il peso diverso dato alle due questioni.
Ma al di là delle vicende degli imprenditori balneari italiani, la proposta di Alfano è stata duramente criticata anche da una parte delle forze dell’ordine. Così si è espresso Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap: «L’operazione ”Spiagge sicure” annunciata dal ministro Alfano è solo propaganda. Non ci sono uomini né mezzi, e qui si pensa di inviare i poliziotti nelle spiagge per sanzionare i ”vu cumprà”. Ad esempio, il ministro Alfano lo sa che in Sardegna, affollatissima di turisti ad agosto, ci sono in questo momento solo 10 pattuglie della stradale, a causa dei ben noti tagli al personale e ai mezzi? E la situazione non è migliore nelle altre località di villeggiatura. Con quali uomini e mezzi il ministro Alfano ipotizza di dare attuazione all’operazione ”Spiagge sicure”? Pensa che siano sufficienti una circolare ministeriale e una conferenza stampa per risolvere i problemi? Vogliamo fatti, non propaganda».
Così Alfano si è difeso dalle accuse di ritardo e di inadeguatezza della sua direttiva: «È tutta la filiera che viene messa sotto assedio dallo Stato. Questa operazione parte con le spiagge, ma proseguirà per tutto l’anno a tutela del made in Italy e il 15 ottobre ci sarà una prima verifica. La direttiva è dunque un di più, lo Stato non è restato in sonno finora, abbiamo già ottenuto grandi risultati. Il made in Italy è violentato costantemente da tutti questi prodotti: viene contraffatto di tutto e spesso si tratta di prodotti nocivi e pericolosi. Dunque dobbiamo rendere ancora più forte l’azione di contrasto, perché abbiamo a cuore sia la salute e la sicurezza degli italiani, sia il lavoro dei commercianti e degli imprenditori onesti che pagano le tasse».
La notizia è stata comunque presa con favore dal Sindacato italiano balneari. Così il presidente Riccardo Borgo sulle pagine del Secolo XIX: «È importante fermare quel flusso ininterrotto di "vu cumprà" che infestano le spiagge italiane e minano la tranquillità dei vacanzieri continuamente tartassati mentre prendono il sole o leggono un libro. Lo so che sono i poveri cristi terminali di un giro ben più ampio, ma bisogna risolvere il problema in qualche modo. Anni fa erano quasi una curiosità, mentre ora sono un fiume ininterrotto: cinesi, senegalesi, indiani, e ora ci si sono messe anche le massaggiatrici. Nei nostri stabilimenti ci tocca intervenire per evitare guai maggiori. A volte sono molto insistenti, quasi aggressivi, e negli ultimi anni il numero è esploso. Si dividono il territorio, sono 20-25 per singola spiaggia e poi passano e ripassano per 4-5 volte: almeno 120-130 transiti al giorno. Cerchiamo di impedire che passino tra gli ombrelloni e lettini, ma niente da fare. La soluzione è intervenire a monte sui punti di produzione e poi su quelli di smistamento del sistema di cui i "vu comprà" sono solo gli anelli ultimi. Insomma, qualcosa bisogna fare».
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