di Angelo Siclari
All’occhio di certa opinione pubblica, e anche di molti enti istituzionali, il periodo compreso tra i mesi di ottobre e febbraio è da sempre un periodo in cui ci si immagina che, trascorse le fatiche estive, i concessionari di strutture balneari e/o di posti barca si adagino in un rilassamento totale o nella goduria dei grandi guadagni ottenuti nella stagione estiva.
Purtroppo così non è. Chi fa questo mestiere sa da sempre che l’arrivo delle correnti fredde autunnali, e l’aria ancora calda presente sul mare può creare in qualsiasi momento le condizioni di criticità che proprio in queste ore stiamo vivendo con ansia e preoccupazione.
È in queste circostanze che viene fuori la vera "gente di mare": gente che si vede proprio vicino alle proprie concessioni per controllare, per custodire, per difendere il più possibile quei beni che rappresentano il proprio lavoro, il futuro ma anche l’elemento chiave di quel rapporto creato con tanta fatica e che ha portato a far sì che questi comparti negli anni divenuti vere eccellenze, facessero conoscere l’Italia nel mondo e influissero attivamente nelle condizioni socio-economiche del nostro paese.
La solidarietà tra colleghi e la forza suddivisa nella battaglia contro gli eventi atmosferici a volte non bastano contro eventi atmosferici come quelli di questi giorni. Ciò nonostante, questo popolo sa che fra qualche giorno, una volta cessata l’allerta, sarà lì a riparare i danni; a ripulire gli arenili da alberi, cespugli, plastica e materiale vario portato dai fiumi; o a rinforzare gli ormeggi, sostituire una catena che i marosi hanno rotto in modo da garantire l’ormeggio sicuro alla barca di quel cliente che negli anni è anche diventato amico. Sì, perché questa “gente di mare” ha queste precise peculiarità: il cliente è uno di loro.
«A proposito di "gente di mare" – dice Alessandro Cuore, presidente dell’Associazione Balneari di Rapallo – qualche ora fa l’amico Angelo Siclari, presidente dell’Associazione Concessionari Ormeggi Liguria, mi ha chiamato per condividere con me queste preoccupazioni chiedendomi come era la situazione a Rapallo, preoccupato per lo stato del mare in cui versava la vicina Santa Margherita Ligure. Rappresentando in maniera molto attenta e puntuale gli ormeggiatori del Tigullio e non solo, e sapendo leggere questo tipo di eventi atmosferici, lui sa che questo evento è veramente insidioso ed è seriamente preoccupato per i suoi associati e anche per me e altri balneari che non lo siamo».
Questa è la differenza fra chi aspetta che venga emesso lo stato di allerta per preoccuparsi delle proprie aziende, chi a evento terminato chiede aiuti, chi cerca a tutti i costi il colpevole per una serie di onde che portano via una porzione di concessione, e invece chi si mette in moto per cercare di prevenire e intervenire laddove è possibile e per mettersi al riparo. Poi, a bocce ferme , riparare, pulire magari mugugnando un po’ fra di noi, e restituire alla città in tempi adeguati quel piccolo tratto di costa che da tantissimi anni lo Stato ci concede e ci chiede di preservare. Cosa che noi facciamo con alto senso del dovere, ma anche perché siamo innamorati della nostra spiaggia o del nostro specchio acqueo.
Questo è lo spirito di questa "gente di mare", imprenditori che conoscono bene e amano il proprio lavoro condividendo preoccupazioni e, perchè no, momenti migliori con i propri colleghi… Bolkestein a prescindere!
© Riproduzione Riservata