di Marcello Di Finizio*
Nonostante il violento nubifragio che ha colpito la Liguria e la Toscana – un disastro che ha portato a deviare nei luoghi colpiti moltissimi balneari, i quali si sono giustamente offerti a dare il loro aiuto anziché essere in piazza con noi – quella di Trieste ieri è stata una bella manifestazione, e ringrazio di cuore i rappresentanti del Comitato Balneari Liguria, della Toscana (‘La spiaggia si… cura’) e dell’Emilia Romagna, che malgrado tutto hanno voluto essere a Trieste e partecipare. Ringrazio tutti gli amici e i colleghi triestini, ringrazio Marco Salviato (responsabile Sib Trieste) e i gradesi che hanno partecipato e sostenuto la manifestazione, ringrazio tutti quelli che non erano della nostra categoria lavorativa, ma che comunque per un atto di giustizia e partecipazione civile ci hanno sostenuto.
Grazie anche a quei meravigliosi e giovanissimi ragazzi che ieri ho visto accampati con le tende in piazza a protestare (dando un grande esempio di compostezza, di civiltà e di partecipazione sociale) in difesa dei loro diritti, per il loro futuro e per i loro sogni. Questi ragazzi ci hanno anche invitato a unirci alla loro lotta, dicendo che siamo tutti sulla stessa barca (è verissimo! hanno già capito tutto!). Valeria, 19 anni, mi ha detto: “La nostra lotta è la vostra lotta, e la vostra lotta è la nostra lotta!”. Cosa si può dire di più?
Vorrei ringraziare anche il neo eletto sindaco Cosolini, l’assesore Edera e i consiglieri Bassi e De Carli, i quali già sabato si sono impegnati personalmente a fare la loro parte in questa battaglia, contribuendo a risolvere questa situazione ingiusta (moralmente ed eticamente inaccettabile) in cui siamo finiti io, la mia azienda e i miei dipendenti. Questi uomini hanno preso anche in considerazione una sottoscrizione che altri Comuni costieri d’Italia hanno già sottoscritto: si tratta di un atto pubblico che deve giungere fino al tavolo del primo ministro a Roma, e, perché no, anche a Bruxelles; un atto per dire autorevolmente e istituzionalmente ‘No alle aste: difendiamo le nostre piccole e produttive aziende italiane dalle lobby, dalle multinazionali e dalle mafie di tutto il mondo’.
La manifestazione di ieri ha dato subito i suoi risultati, prima ancora di avere luogo. A dimostrazione del fatto che basta ‘poco’ per avere subito dei risultati tangibili! Certo che 54 giorni di sciopero della fame non sono una passeggiata…. ma tutto aiuta, tutto serve! Basta fare, basta muoversi e non scoraggiarsi mai: qualcosa di buono si porta a casa sempre. E soprattutto, non bisogna mai sedersi alla prima facile promessa del politico imbonitore di turno, ma dobbiamo sempre tenere la guardia alta, sempre!
Ecco un piccolo, ma significativo passo in avanti:
COMUNICATO ANSA (Date: Fri, 28 Oct 2011)
DEMANIO MARITTIMO: SAVINO, VERSO PROROGA CONCESSIONI A FINE 2015
Trieste, 28 ott – In materia di concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreativa, diporto nautico e altri usi, la Regione Friuli Venezia Giulia è già intervenuta in passato, dapprima con la Legge Regionale 17/2001 e successivamente con la Legge Regionale 22/2010, prorogando il termine di scadenza delle concessioni in essere al 31 dicembre 2013. Tali proroghe sono state previste per garantire che il processo di adeguamento alle direttive comunitarie in materia potesse avvenire contestualmente a quanto lo Stato sarebbe andato ad operare nelle altre regioni italiane. Attualmente, la disciplina nazionale ha prorogato tale termine al 31 dicembre 2015. Alla luce di ciò, l’assessore regionale Sandra Savino anticipa che intende proporre alla Giunta regionale l’adozione di una ulteriore proroga del termine, proprio per uniformare le scadenze delle concessioni in Friuli Venezia Giulia a quanto previsto nel resto del territorio nazionale. Savino precisa che "tale proroga, oltre a consentire un trattamento omogeneo di situazioni analoghe, fornisce adeguata risposta alle istanze che pervengono dal territorio; la scadenza del termine consentirà infatti agli attuali concessionari di poter realizzare lavori e migliorie senza dover temere la scadenza della concessione proprio all’ultimazione di tali interventi". Oltre a tale motivazione, l’assessore si richiama alla "necessità di garantire, sia pur per un periodo limitato, la continuità dell’attività di molte società sportive che tradizionalmente svolgono un ruolo importantissimo per la popolazione costiera, e non solo, della nostra regione". La disposizione di proroga che l’assessore intende presentare sarà con ogni probabilità inserita nella Legge Finanziaria che verrà sottoposta al vaglio del Consiglio regionale alla metà di dicembre.
A questo punto, ci domandiamo soltanto: perché, per ottenere questo minimo dovuto, gli amministratori della Regione Friuli Venezia Giulia hanno fatto la scelta imperdonabile e scellerata di trascinare all’esasperazione un suo cittadino, fino al punto di obbligarlo a intraprendere un lungo e logorante sciopero della fame? Tutto questo si poteva risolvere banalmente, e molto tempo prima, senza far perdere tempo, denaro e salute ai cittadini, e senza farci assistere a questo triste, grottesco e squallido teatrino degli orrori. Grazie al presidente Tondo, all’assessore Savino, ai consiglieri Piero Camber e Piero Tononi, al ragioniere generale della Regione Antonella Manca e a tutta la giunta regionale per averci fatto questo regalo! Grazie per questo grande esempio di civiltà, per aver contribuito e assistito in maniera cinica e indifferente a questo annientamento di valori etici e morali fondamentali, quei valori che ci fanno essere degni di poter ancora far parte di questa cosiddetta società civile e di essere definiti ancora esseri umani.
54 giorni di digiuno saranno difficili da dimenticare e da far dimenticare! Ma in virtù della dichiarazione dell’assessore Savino, ho deciso di sospendere il mio sciopero della fame. Sono però pronto a riprendere immediatamente con altre iniziative ancora più dure, visto che sembra che i politici si divertano molto con questo tipo di ‘spettacoli’. Comunque, andiamo avanti! Adesso dobbiamo andare alla volta di Roma, ma, a questo punto, più probabilmente andremo a Bruxelles per chiedere aiuto direttamente al parlamento europeo affinché venga in soccorso delle piccole aziende balneari italiane, delle oltre trentamila famiglie che hanno creduto e investito in quelle attività e delle oltre centomila persone che vi lavorano, visto che il nostro governo non lo fa, perchè è totalmente assente! Nella sostanza noi non abbiamo più un governo, ma un paese allo sbando totale. Non c’è più una maggioranza parlamentare in grado di difendere e salvaguardare veramente e seriamente gli interessi dei propri cittadini, del proprio paese, e nel caso nostro di un segmento produttivo importantissimo, uno dei pochi ancora in attivo, in grado di generare lavoro e crescita. I nostri governanti hanno dimostrato di non essere (o meglio, di non voler essere) in grado di difendere l’eccellenza, la tipicità, il valore delle nostre piccole, ma fondamentali aziende turistiche. Anzi, cavalcando l’onda di una direttiva europea, hanno dimostrato di essere in grado di trarne vantaggi molto alternativi…
La direttiva Bolkestein fin da subito ha messo nelle mani di tutti gli Stati membri della comunità europea gli strumenti giuridici necessari per tutelare le proprie aziende, e gli altri Stati hanno provveduto immediatamente a usarli per mettere in salvo le loro piccole imprese, ma l’Italia no! Chissà perché? Abbiamo scoperto che il nostro nemico non è l’Europa, ma sono proprio i nostri politici, i nostri connazionali più autorevoli, quelli che noi abbiamo votato, nei quali abbiamo riposto la nostra fiducia e che paghiamo profumatamente affinché ci tutelino e ci difendano. Essi dovrebbero difenderci a spada tratta, ma purtroppo non è così, anzi, sono proprio loro a tradirci, a venderci, a volerne approfittare per trarne vantaggi, per venderci alle multinazionali, alle lobby, alle corporazioni e alle mafie di tutto il mondo. Quindi, se in questi giorni a seguire il governo centrale non farà un concreto e inequivocabile provvedimento per farci uscire da questa situazione allucinante, noi continueremo con azioni dimostrative sempre più forti, assolutamente non violente, ma sicuramente forti. E visto che non abbiamo più tempo da perdere, passeremo dalle parole ai fatti in tempi brevissimi nei confronti dell’attuale governo, affinché se ne vada una volta per tutte a casa!
* Marcello Di Finizio ha passato 54 giorni in sciopero della fame contro la direttiva Bolkestein. Potete leggere la sua storia qui: www.mondobalneare.com/articoli/news.php
Qui sotto, le foto della manifestazione di ieri, tratte dal sito del Comitato Balneari Liguria.
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