I turisti balneari lo sanno bene: dai suoni delle chat alle telefonate, lo smartphone può essere molto fastidioso mentre ci si rilassa in spiaggia. Ma qual è la soglia di sopportazione prima che un telefono diventi molesto? A rispondere è il “Trend radar” di Samsung, che ha effettuato un’indagine tra 1500 giovani di età fra 25 e 35 anni, indagando i loro comportamenti con lo smartphone durante le vacanze estive. L’obiettivo era comprendere come la vita da spiaggia sia sempre più legata a doppio filo con la tecnologia (non a caso, negli stabilimenti balneari spopolano servizi come le app per prenotare dall’ombrellone e le cassette per ricaricare lo smartphone).
I risultati del sondaggio non lasciano dubbi: che ci si trovi nella riviera caraibica del Messico, nella costa frastagliata della Grecia o in quella rocciosa del Conero, poco cambia: lo smartphone si conferma in assoluto il compagno di viaggio preferito dei giovani in vacanza (88%, quasi nove persone su dieci), seguito dal tablet (55%) e dall’e-reader (44%).
I giovani portano con sè i propri dispositivi per restare informati su cosa succede nel mondo (85%), per l’aiuto che può dare durante il viaggio grazie alle tante app dedicate (71%), per scattare foto e video (65%) e per restare in contatto con i familiari (59%). Più di tutti consultano i social network (85%), lo usano per fare telefonate (77%) e ascoltare la musica (58%).
Ma le vacanze sono comunque un’occasione per calibrare l’uso delle comunicazioni. Se infatti un millennial su tre utilizza il proprio smartphone da 5 a 6 ore al giorno (il 25% addirittura fino a 8 ore), in vacanza il 49% dichiara di limitarne l’uso, in primis perché si vuole godere le vacanze staccando dal resto del mondo (68%) oppure per la paura di rovinarlo al sole (61%) o perché spesso all’estero la rete non funziona (55%). Non manca un 51% che cerca di non esagerare per non disturbare gli altri e un 47% evita di portarlo con sé per paura di dimenticarlo in giro. Limitarne l’uso significa spegnerlo in spiaggia (41%), in modo da non recare fastidio agli altri, lasciarlo a casa quando si è fuori (28%), metterlo in modalità aerea (19%) e infine togliere la connessione internet (12%).
A tale proposito, Samsung ha realizzato un galateo con cinque regole da seguire per non essere troppo molesti mentre si usa il proprio smartphone sotto l’ombrellone:
- No alla suoneria alta che infastidisce i vicini di ombrellone, stop agli sms continui e agli squilli: la parola chiave in spiaggia é “silenzioso”.
- Stop al vivavoce: esistono gli auricolari, amatissimi dai millennials, che li definiscono l’accessorio più utilizzato proprio al mare.
- No a video e musica a tutto volume: canzoni in spiaggia sì, ma solo al tramonto (meglio se con speaker di ultima generazione, un altro accessorio amatissimo da un giovane su tre).
- Stop gli occhi fissi sul telefono: il paesaggio merita di essere contemplato, per rilassarsi, pensare e, perché no, magari sognare un po’.
- Privacy is the key: stop alle videochiamate con il rischio di filmare inavvertitamente il vicino di ombrellone.
Andando ancora più nel dettaglio, il “Trend radar” di Samsung ha analizzato in che modo i giovani utilizzano lo smartphone in spiaggia. Per esempio, tra chi scatta foto e video il 34% lo fa sulla battigia, il 29% sdraiato sul lettino, il 25% sotto l’ombrellone e il 12% in acqua. Altri usi frequenti sono le chat con gli amici (68%), la ricerca di eventi e ristoranti da provare in vacanza (61%), l’ascolto di musica (57%) e le mail (53%).
E cosa temono di più? In primis che lo smartphone si bagni (73%), ma anche che la batteria si scarichi più velocemente (68%) o si surriscaldi (56%), oppure semplicemente di perderlo (51%) o ancora di rovinarlo con la sabbia (47%).
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