Le associazioni balneari della Toscana hanno incontrato gli assessori regionali al bilancio e alle attività produttive per trattare sulla proposta di aumento dei canoni demaniali. La giunta della Regione Toscana, con la bozza di Legge di Stabilità, ha infatti proposto di incrementare l’addizionale regionale sui canoni balneari dal 25% al 100%: un provvedimento mai visto prima in altre regioni costiere, che ha visto l’immediata attivazione degli imprenditori balneari con un presidio organizzato lo scorso martedì a Firenze (nella foto).
Nel giorno del presidio, gli assessori al bilancio Vittorio Bugli e alle attività produttive Stefano Ciuoffo hanno incontrato Graziano Giannessi (presidente Sib-Confcommercio Toscana), Massimo Ronzi (presidente Assobalneari-Confindustria Toscana), Fabrizio Lotti (presidente Fiba-Confesercenti Toscana) e Lorenzo Marchetti (presidente Cna Balneatori Toscana), che in un comunicato congiunto hanno riferito gli esiti del colloquio: «Abbiamo evidenziato agli assessori le ragioni per cui un aumento dell’addizionale regionale dei canoni demaniali è da ritenersi insostenibile per le imprese balneari. L’attuale addizionale al 25% del canone ha già rappresentato un grosso sacrificio che la categoria ha dovuto sostenere da tre anni a questa parte. Nel paventato aumento sono coinvolti non solo i balneari ma tutte le imprese che esercitano nel demanio marittimo. Le associazioni regionali dei balneari reputano inopportuno, in particolare in un momento di riordino della materia a livello nazionale, che venga applicato un moltiplicatore senza preventivamente valutare quale possa essere il reale impatto del provvedimento. Gli assessori regionali si sono dichiarati disponibili a un ulteriore confronto. Le associazioni regionali continueranno la propria azione sindacale con la richiesta di incontri ai gruppi consiliari e alle commissioni competenti».
Fiba Toscana ha inoltre precisato con un’ulteriore nota la netta contrarietà alla proposta della giunta regionale: «Fiba Toscana ha affrontato l’incontro con l’assessore Bugli con lo spirito che contraddistingue i moderni imprenditori balneari che rappresenta. Fiba è consapevole che i canoni demaniali vadano rivisti, ma soprattutto resi equi e sostenibili per tutti gli operatori del settore, senza le aberranti differenze che hanno portato solo alcune aziende a sostenere l’onere di canoni insostenibili che li stanno portando alla chiusura. Vanno certamente riviste le vetuste classificazioni riguardo al tipo di costruzione e stabilite differenze in base alla valenza turistica del territorio. Abbiamo chiaramente ribadito che non è possibile che una regione applichi un aumento iniquo e lineare portando l’addizionale sopra al 25% come nessuna altra, addirittura al 100%. Non ci sembra altresì opportuno farlo in questo momento, quando stiamo aspettando una riforma generale del demanio e dei canoni a livello nazionale. Fiba tra l’altro è stata l’unica che ha fatto notare agli amministratori della regione che eventuali aumenti delle aliquote porterebbero immediatamente a ricorsi presso i tribunali amministrativi, visto che la finanziaria 2016 del governo, attualmente in discussione, al comma 14 dell’art. 4 cita testualmente: "Dall’entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre 2016 è sospeso il potere delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi nonché delle addizionali a essi attribuiti con legge dello Stato". Sarebbe proprio il caso quindi secondo noi di accantonare l’idea di aumenti e fare invece, per esempio, quello che sta facendo la regione Liguria, ovvero proporre soluzioni a sostegno delle imprese balneari per spronare il governo a risolvere definitivamente la questione balneare italiana senza aspettare le sentenze dei tribunali» (per maggiori dettagli su quanto sta facendo la Ligura leggi questa notizia, NdR).
Questa è invece la nota diffusa dagli assessori Bugli e Ciuoffo dopo l’incontro con le associazioni balneari: «La Toscana sarà accanto ai balneari per valorizzare l’offerta turistica, come lo è per tutelare il settore di fronte alla normativa Bolkestein che prevede di mettere all’asta gli stabilimenti. Abbiamo ritenuto di chiedere un sacrificio a un settore che ha spazi per contribuire alla sostenibilità delle politiche attive regionali, ma abbiamo comunque dato la nostra disponibilità all’apertura immediata di un tavolo che durante l’iter di approvazione della legge di bilancio valuti più attentamente l’intenzione del governo di procedere a un aumento del canone su cui è calcolata l’imposta regionale, perché certamente non vogliamo che ci sia una moltiplicazione di quanto dovuto. Il tavolo di confronto darà anche tempo di valutare il testo finale della Legge di Stabilità nonché tutte le possibilità di miglioramento della proposta».
Ancora nulla di concreto è stato ottenuto dunque, ma le trattative proseguiranno nei prossimi giorni. Nel frattempo, da alcuni gruppi di opposizione è già arrivato il sostegno ai balneari contro l’aumento dell’imposta regionale. Così la consigliera Elisa Montemagni (Lega Nord), presente al presidio di Firenze: «Noi siamo e saremo sempre contrari a un aumento delle tasse a carico di chi produce. Un aumento iniquo e assurdo che andrebbe a colpire una categoria già alle prese con diverse problematiche. Gli stabilimenti balneari della nostra regione rappresentano una delle più rilevanti e note realtà turistiche toscane e per tale motivo dovrebbero essere salvaguardati e supportati, anziché essere penalizzati da pesanti balzelli. La Lega e la sottoscritta saranno costantemente al fianco di queste persone, garantendo il massimo impegno, affinchè tale deleterio aumento venga totalmente e prontamente cancellato».
Le fa eco il consigliere Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia): «Oggi sono sceso in piazza al presidio dei balneari, ma la notizia è che c’erano anche alcuni esponenti del Partito democratico, come il presidente della commissione ambiente del consiglio regionale Stefano Baccelli. Non si può essere di piazza e di governo, giocando sulla pelle delle persone: basta con le contraddizioni e le ambiguità, se davvero il Pd fosse dalla parte dei balneari non saremmo a questo punto. Un tavolo per trattare non serve a niente, la Regione deve soltanto ritirare gli aumenti. Da parte nostra confermiamo il sostegno ai balneari e la volontà di fare ostruzionismo a questo assurdo provvedimento presentando 5 mila emendamenti alla legge di stabilità. La sinistra di governo non può continuare a vessare ingiustamente i balneari già pesantemente penalizzati da crisi, calamità naturali e incomprensibili norme europee».
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