Rendere un tratto del fiume Po balneabile e concedere alcuni tratti di demanio per la costruzione di alcuni stabilimenti balneari sulle sue rive. Lo prevede un piano del Comune di Torino, anticipato dal quotidiano La Stampa, che si ispira a quanto già fatto a Parigi sulle rive della Senna: portare l’atmosfera da spiaggia anche nel centro storico della città, per far aprire nuovi locali e creare nuovi posti di lavoro. Il progetto coinvolge i nuovi gestori dei Murazzi, ovvero gli approdi, le arcate e le rimesse delle barche localizzate sulla sponda ovest del Po, e si rifà a qualcosa che in passato già esisteva nella città sabauda: esistono infatti diverse testimonianze sulla presenza di stabilimenti balneari lungo le rive del Po dall’inizio del 1800 fino agli anni ’50 del secolo scorso.
L’idea in realtà non è nuova: un timido tentativo, riferisce La Stampa, era stato fatto già nel 2014, ma all’epoca i Murazzi erano terra di nessuno, mentre oggi stanno rinascendo. «In primo luogo a noi interessa che il fiume sia pulito, per una questione ambientale: è da tanto tempo che le acque non vengono dragate», afferma Filippo Camedda, presidente dell’associazione delle arcate. «Ne gioverebbe l’appeal del luogo che è già alto. Siamo a soli 80 chilometri dalla fonte del Po ed è possibile permettere la balneazione».
La proposta ha già ottenuto il parere positivo dell’assessore alle sponde fluviali, Francesco Tresso: «È il momento giusto, visto che stiamo lavorando alla riqualificazione delle sponde del Po, con il ripristino della navigazione e il river center. Ne ho già parlato con Arpa e Smat: l’idea è di lavorare insieme, bisogna fare un piano e sapere che servono degli investimenti. Torino raccoglie l’acqua del Po da un bacino più ampio, quindi si può discutere anche a livello regionale». L’idea è che la zona dei Murazzi diventi uno spazio da vivere tutto il giorno: «Di pomeriggio qui vediamo sempre almeno una decina di ragazzi che pescano, ma ci piacerebbe avere stabilimenti balneari di giorno e locali di intrattenimento la notte, come a Lugano e a Parigi».
Per quanto riguarda la possibilità di permettere la balneazione, spiega il direttore generale di Arpa Piemonte, Secondo Barbero: «Sarebbe possibile lavorando sugli scarichi che ci sono a monte di Torino e con azioni mirate sulla gestione degli impianti di depurazione. Attualmente la composizione chimica delle acque del Po non consentirebbe di renderlo da subito balneabile, ma con un lavoro di medio periodo si potrebbe fare».
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