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Tomei (Cna): ‘Dialogo su riforma spiagge riparte dal no alle gare’

L'intervista al coordinatore di Cna Balneatori prosegue il nostro ciclo di agosto, per fare il punto sulle priorità del settore.

Prosegue il nostro ciclo di interviste estive ai presidenti delle associazioni nazionali degli imprenditori balneari: cinque domande uguali per tutti, al fine di confrontare le posizioni e fare il punto della situazione. Dopo Vincenzo Lardinelli (Fiba-Confesercenti, vedi articolo), oggi è il turno di Cristiano Tomei, coordinatore di Cna Balneatori (nella foto).

Il nuovo governo è composto da due forze politiche che in campagna elettorale hanno avanzato proposte molto diverse per riformare le concessioni balneari: la Lega si è opposta alle evidenze pubbliche, mentre il Movimento 5 Stelle le ha accettate. Ora che i due partiti dovranno per forza accordarsi per scrivere una legge, cosa si aspetta che succederà nei prossimi 18-24 mesi?

«Ci atteniamo alle parole del ministro al turismo Gian Marco Centinaio, che ha più volte confermato l’intenzione del governo di escludere le concessioni balneari dalla direttiva Bolkestein attraverso un provvedimento ampio e condiviso sia con le regioni che con le associazioni di categoria. Si tratta di un impegno molto importante, peraltro in linea con quanto dichiarato dall’ex commissario Frits Bolkestein, padre della direttiva, e che apre a una soluzione ottimale per la questione balneare italiana. Il tema è insomma nell’agenda del governo, come ci è stato confermato dallo stesso ministro durante l’incontro del 18 luglio con i massimi vertici di Cna. Al contempo continuiamo lavorare con il parlamento, avendo veicolato di recente due emendamenti che, nonostante il non via libera in commissione, riteniamo possano essere idonei a risolvere la questione».

Se fosse lei a dover scrivere la riforma delle concessioni, quali sarebbero le tre priorità da convertire in legge?

«Le prime due: non applicazione della direttiva Servizi alle attuali imprese del comparto turistico balneare, poiché si tratta di beni, e immediata ricognizione della disponibilità in ambito nazionale della risorsa spiaggia per dimostrare la non applicazione dell’articolo 12 della stessa direttiva. Queste due azioni, sulle quali si lavorerà alacremente a partire da settembre, sono necessarie per scongiurare le evidenze pubbliche e per restituire stabilità alle 30mila imprese balneari italiane, in ordine alla tutela del legittimo affidamento da applicare alle imprese balneari sorte prima del 2006, quindi prima dell’approvazione della direttiva Servizi, confermando dunque il patto fiduciario tra lo Stato e i concessionari.
La terza priorità: riordino complessivo dei canoni prevedendo una soluzione al problema delle imprese pertinenziali».

Quanto ritiene importante un ritorno alla completa unità tra associazioni di categoria per risolvere l’annosa questione balneare? E quanto è disposto a lavorare in questa direzione?

«L’unitarietà va ricercata sulle posizioni, quindi per Cna Balneatori può essere costruita su un solo tema che abbiamo messo nero su bianco sul nostro documento sindacale: l’esclusione dall’applicazione della direttiva Servizi per le attuali imprese balneari e un riordino normativo del settore che, senza se e senza ma, escluda qualsiasi tipo di gara per le concessioni esistenti. Di questo discuteremo già a settembre durante due assemblee territoriali in Versilia e in Emilia-Romagna, in preparazione all’assemblea nazionale in programma il 12 ottobre al Sun di Rimini».

Un altro problema che minaccia la scomparsa delle imprese balneari è l’erosione costiera, diventata un’emergenza nazionale e dunque non più gestibile solo dalle amministrazioni comunali e regionali come fatto finora. Cosa dovrebbe fare secondo lei il governo per contrastare il fenomeno?

«L’erosione è un problema serissimo, che mette in pericolo la vita delle imprese balneari e gli introiti turistici di 15 regioni costiere. Siamo davanti a una vera e propria emergenza nazionale, che deve essere gestita strumenti normativi più estesi alle Regioni in materia di demanio marittimo».

Mettiamo da parte per un attimo i problemi e pensiamo al futuro del settore. Nonostante il blocco degli investimenti, non mancano le aziende che stanno proponendo innovazioni sulla spiaggia, soprattutto nel campo della tecnologia. Come si immagina che saranno cambiati gli stabilimenti balneari tra 10-20 anni, una volta risolta la situazione normativa?

«L’innovazione tecnologica e l’eco-sostenibilità stanno cambiando in bene il settore. Su questi due temi bisogna lavorare attraverso i piani spiaggia regionali e comunali, al fine di migliorare ulteriormente l’offerta degli stabilimenti balneari e renderli sempre più all’avanguardia. Inoltre, il settore deve lavorare maggiormente sulla legalità e sulla trasparenza».

intervista a cura di Alex Giuzio

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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