di Cinzia Ferilli
Gli stabilimenti balneari possono rimanere in piedi anche oltre il termine della stagione estiva. Lo ha deciso il Tar di Lecce, che ha annullato le prescrizioni con cui l’amministrazione paesaggistica di un comune costiero salentino aveva costretto alcune società a smontare le strutture utili all’intrattenimento turistico con l’arrivo della stagione invernale.
La sentenza dei giudici amministrativi costituisce un’importante novità, in quanto ribalta di fatto l’orientamento in materia dettato dal Consiglio di Stato. Da anni gli operatori del settore si battono per poter mantenere le strutture balneari integre anche oltre il periodo estivo con l’obiettivo di usarle anche fuori dalla stagione calda in una terra come il Salento che regala giornate di sole e bel tempo anche in pieno inverno.
Le società, difese dagli avvocati Pier Luigi Portaluri e Giusi Margiotta, avevano impugnato di fronte al Tar di Lecce le prescrizioni loro imposte riguardo all’obbligo di smontare le proprie strutture al termine della stagione facendo riferimento alle disposizioni del Piano paesaggistico territoriale regionale, la cui approvazione ha segnato un netto spartiacque con il passato. I due legali hanno sostenuto che con la sua entrata in vigore l’amministrazione pubblica non ha più il potere di decidere caso per caso, o comunque senza alcun limite, se e quando un operatore deve procedere allo smontaggio delle strutture. Il piano in questione, infatti, ha stabilito in quali casi è possibile imporre degli obblighi agli operatori del settore, giudicando poi la conformità a essi della struttura balneare o turistica. Tra questi casi non vi è lo smontaggio invernale, che non può essere imposto, senza motivazioni o discrezionalmente, dall’amministrazione.
Concordando con le tesi degli avvocati Portaluri e Margiotta, i giudici amministrativi hanno dunque annullato l’obbligo di smontaggio deciso dagli organi del Comune rivierasco salentino. Soddisfatti del risultato si sono detti i due legali, che hanno sottolineato l’importanza della decisione sostenendo che «ben concilia due interessi fondamentali: quello della tutela del paesaggio, assicurata dal fatto che solo le strutture pienamente rispettose dell’ambiente possono essere realizzate sui nostri preziosi litorali; e quello della libera iniziativa economica, poiché gli operatori di un settore strategico per il nostro territorio potranno esercitare la propria attività senza incorrere in limitazioni temporali legate in modo automatico alla stagionalità: un profilo che ha sin qui causato loro pesanti penalizzazioni economiche».
fonte: Il Paese Nuovo
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