Attualità

Stop ai meteo allarmistici che danneggiano il turismo

I falsi bollettini catastrofici hanno rovinato anche l'ultimo ponte festivo. La soluzione? Una legge per garantire la responsabilità scientifica di quanto si pubblica.

di Alberto Giuliani

Anche il super ponte festivo del 2 giugno è stato purtroppo caratterizzato dalle previsioni meteo esagerate, che hanno portato a numerose disdette nonostante il tempo non sia stato disastroso come annunciato da alcuni portali internet.

Il problema è noto: certi siti web commerciali, che vivono solo di pubblicità, scrivono bollettini meteo catastrofici per attirare il più elevato numero possibile di click – e quindi guadagnare di più. Ogni occasione di rilievo, come anche il ponte appena trascorso, diventa quindi l’occasione per trasformare un cielo "variabile" in un presunto weekend di temporali e bufere. Facendo annullare ai turisti i loro fine settimana di vacanza in spiaggia, essendo in pochi a essere consapevoli dell’inaffibilità delle previsioni oltre le 24 ore, soprattutto da parte di questi portali che fanno gossip e non informazione credibile.

Per il guadagno di questi siti web, insomma, si mette a repentaglio l’economia turistica di migliaia di stabilimenti balneari, alberghi e attività dell’indotto che registrano danni economici molto rilevanti. Puntualmente, infatti, queste previsioni meteo si rivelano sbagliate: durante lo scorso fine settimana, per esempio, generalmente le piogge sono sono state minime e molto localizzate, con acquazzoni di massimo trenta minuti che hanno interrotto giornate di sole splendente. Insomma, niente per cui valesse la pena non prendersi un lungo weekend in riva al mare.

Le risposte degli imprenditori turistici non sono mai mancate, ma le denunce legali o le class action sono purtroppo fallite. Di recente, in Veneto le associazioni di categoria si sono autorganizzate per diffondere delle previsioni più autorevoli (vedi notizia), ma anche questo potrebbe non bastare.

A nostro parere, la soluzione è una sola: rendere questi portali internet alla pari delle testate giornalistiche registrate in tribunale. Per ogni testata c’è infatti un direttore responsabile (iscritto all’Ordine dei giornalisti) che risponde legalmente delle eventuali falsità diffuse a mezzo stampa, e che quindi funge da controllore rispetto ai contenuti pubblicati da ogni redattore. Allo stesso modo, è forse giunto il momento che anche i siti web di meteo siano obbligati ad avere un meteorologo professionista come direttore, che garantisca la responsabilità scientifica dei bollettini diffusi. Proprio perché il meteo ha un elevato margine di errore, siamo sicuri che terminerebbero quegli articoli allarmistici così tanto fuorvianti, in nome di una più ragionevole prudenza. Ne va del futuro di una delle più importanti economie del nostro paese.

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