La località di Bibione ha lanciato un innovativo progetto sul turismo accessibile (vedi notizia) che rappresenta un ottimo spunto di riflessione per tutti i titolari di stabilimenti balneari italiani. Bibione, che con i suoi 24 milioni di turisti è tra le venti località costiere italiane con più presenze legate al mare, ha deciso di diventare una destinazione 100% accessibile, avviando un importante progetto triennale in collaborazione con Village for all, che punta ad aumentare il flusso turistico del 15%. In questo video riflettiamo sull’intelligenza di questo progetto e su cosa insegna agli operatori del settore.
Secondi i dati dell’Unione europea, ci sono 140 milioni di persone nel continente che hanno esigenze particolari: disabilità fisiche, motorie o mentali, intolleranze alimentari, allergie, malattie, eccetera. Un mercato che include anche gli anziani, le famiglie con bambini piccoli in passeggino e persino chi ha disabilità temporanee; e soprattutto un bacino in continuo aumento a causa dell’invecchiamento generale della popolazione europea.
Questi 140 milioni di persone, sempre secondo i dati Ue, generano un fatturato annuo pari a 352 miliardi di euro, principalmente per tre motivi:
- Spostarsi è difficile, dunque si scelgono permanenze lunghe, in media di dieci giorni.
- Questo target di turisti ha una capacità di spesa medio-alta, pari a 120 euro al giorno in aggiunta al pernottamento.
- Si tratta di persone che non si spostano mai da sole, perché hanno bisogno dell’assistenza di un familiare o di un amico. Anzi sono loro che decidono la destinazione in cui recarsi, anche per i loro accompagnatori.
Stiamo insomma parlando di un mercato enorme e interessante, che dovrebbe portare tutti gli stabilimenti balneari ad aumentare le loro accortezze in materia di inclusività. Ci sono innanzitutto le strutture e le attrezzature di base:
- carrozzine speciali per la deambulazione sulla sabbia e per fare il bagno in mare;
- assenza di barriere architettoniche;
- rampe dolci al posto di gradini;
- bagni, spogliatoi e cabine;
- camminamenti per raggiungere gli ombrelloni;
- lettini con le gambe alte;
- defibrillatori
Poi ci sono le accortezze in più che fanno la differenza:
- Per chi ha il ristorante, stampare menu con caratteri grandi e leggibili anche per chi ci vede male.
- Offrire una selezione di alimenti senza glutine, senza lattosio, senza uovo per chi ha varie intolleranze.
- Comunicazione e competenza del personale nell’accogliere turisti con esigenze speciali.
- Parcheggio o trasporto agevolato per chi ha difficoltà motorie.
Avere uno stabilimento balneare accessibile non solo aiuta a fare delle vacanze confortevoli anche chi ha particolari esigenze, ma permette di aumentare anche il proprio fatturato.
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