di Alex Giuzio
Il Partito democratico continua per la strada delle evidenze pubbliche con indennizzo per applicare la direttiva europea Bolkestein alle concessioni demaniali marittime. Questo, almeno, è quanto trapela dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Michele Bordo, presidente della commissione per le Politiche comunitarie alla Camera, al termine di un incontro con il commissario Ue al mercato interno Michel Barnier.
Così si è espresso Bordo in una nota diffusa ieri: «La Commissione europea ritiene applicabile alle concessioni demaniali marittime la direttiva Bolkestein e pertanto chiede di stabilire criteri e modalità per l’assegnazione delle concessioni secondo procedure di evidenza pubblica. Già nel 2009 la Commissione aveva avviato una procedura di infrazione contestando le norme nazionali e regionali che prevedevano preferenze in favore del concessionario uscente e il rinnovo automatico, di sei anni in sei anni, per le concessioni in scadenza. La procedura è stata risolta sopprimendo tali previsioni e stabilendo una proroga, fino al 31 dicembre 2020, per le concessioni demaniali in essere alla data del 30 dicembre 2009 e in scadenza entro il 31 dicembre 2015. In sostanza, si è preferito rinviare il problema delle concessioni demaniali marittime contando sulla tacita accettazione da parte della Commissione europea di questa proroga. Quindi, anche in vista del rinnovo, nel prossimo autunno, della Commissione, occorre riavviare una riflessione sul tema. L’obiettivo è definire un nuovo quadro legislativo che, pur rispettando la direttiva servizi dell’Unione europea, riconosca le specificità delle imprese italiane e dei loro investimenti, eliminando l’attuale situazione di incertezza e precarietà. Credo che si possa lavorare in questa direzione definendo criteri certi e rigorosi per l’attribuzione delle concessioni che, pur prevedendo limiti di durata minimi e massimi, come chiesto dalla Commissione, valorizzino comunque capacità tecnica e professionalità acquisita. Si potrebbe inoltre prevedere un numero massimo di concessioni attribuibili allo stesso soggetto, al fine di evitare la concentrazione nelle mani di grandi multinazionali, e riconoscere un indennizzo, a carico del concessionario subentrante, in favore di quello uscente. Proposte concrete in tal senso sono state già avanzate dall’Anci. Mi adopererò perché la Camera riprenda tempestivamente la discussione su questo problema».
È molto probabile che Bordo abbia discusso questa proposta ieri con Barnier, anche se non è ancora chiaro se l’intero Partito democratico sia a favore di una soluzione del genere come vera tutela per gli attuali imprenditori balneari, da decenni portatori di tradizione, sviluppo e ricchezza per il turismo costiero italiano. Termini come "indennizzo" richiamano infatti la proposta già avanzata due anni fa dall’allora ministro Gnudi, che aveva trovato l’assoluta contrarietà degli imprenditori balneari e delle loro associazioni. Anche se va riconosciuta, nell’attuale proposta di Bordo, una maggiore attenzione a evitare il pericoloso avvento delle multinazionali, rimane del tutto ignorata la potenziale perdita di aziende su cui gli attuali imprenditori hanno investito cifre molto importanti, che richiederebbero indennizzi da capogiro.
Bordo ha anche confermato la «piena disponibilità del commissario Barnier a valutare soluzioni ragionevoli sulla questione delle concessioni demaniali marittime interpretando in modo flessibile la normativa europea». Un’apertura apparente e non diretta da parte del commissario, le cui posizioni contrarie agli attuali imprenditori balneari sono ormai note (basta leggere le ultime dichiarazioni che smentiscono un’eventuale revisione della direttiva Bolkestein). Di conseguenza, le reazioni della categoria balneare sono necessariamente di allerta e cautela.
© Riproduzione Riservata