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Sib: ‘Sulle spiagge il governo è troppo remissivo’

Anche il presidente regionale Cappelli chiede la revoca della delega al governo che gli permette di legiferare sulle concessioni demaniali marittime

di Giancarlo Cappelli

Il governo chiarisca cosa vuole fare nei confronti delle 30.000 aziende balneari esistenti sulle coste italiane. Le notizie diffuse e contrastanti, ma non smentite, costituirebbero una grave scorrettezza verso le istituzioni italiane e i sindacati del settore, che tutelano le imprese balneari. Queste notizie sono in direzione opposta alla risoluzione approvata all’unanimità dal senato come nell’ordine del giorno del 5 maggio 2011, i cui principi non sono stati raccolti nella bozza di decreto legislativo elaborato, nella più totale segretezza, da parte del ministero degli affari regionali e del turismo.

A questo punto, in assenza di chiarezza, riteniamo doveroso chiedere al parlamento italiano l’immediata revoca della delega al governo per la disciplina della materia, concessa con legge n. 217 del 15 dicembre 2011, e così negligentemente trattata. A rafforzare questa richiesta c’è notizia che al momento non è ancora stata fissata una data per andare a Bruxelles per discutere le norme sulle concessioni balneari con la Commissione europea: questo, almeno, è quanto affermato dal ministro per gli affari europei Enzo Moavero Milanesi al termine dell’incontro mensile con gli eurodeputati italiani a Bruxelles. Cade dunque l’informazione diffusa che il giorno 6 novembre i ministri Piero Gnudi ed Enzo Moavero Milanesi erano attesi a Bruxelles dalla Commissione europea sulla questione dei balneari.

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Ora, nel più totale caos, si aggiunge una questione che riguarda solo l’Italia: è necessario verificare come la questione possa essere affrontata al meglio, in relazione alla legislazione spagnola che prevede 75 anni di rinnovo delle concessioni. Anche se riferita a un contesto diverso, pur sempre di concessioni demaniali si tratta.

Una nota dei senatori Teresa Armato, Filippo Bubbico, Manuela Granaiola, Giovanni Legnini, Vidmer Mercatali e Salvatore Tomaselli, inviata ai ministri Gnudi e Moavero, ha già sottolineato la nostra preoccupazione per l’assenza di alcuna iniziativa concreta in proposito. Non siamo solo noi balneari capire quanto poco faccia il governo per questo settore.

Questa situazione non favorisce gli investimenti: bisogna superare prima possibile questa incertezza normativa che penalizza le imprese balneari, ma anche tutto il comparto turistico. Questo non è un problema solo dei balneari, ma di tutti i soggetti che gravitano attorno al lavoro turistico. Viene da pensare che chi ci governa non si renda conto del danno che arreca al settore turistico, e infine al contenzioso che gli aspetta togliendo il lavoro a 30.000 famiglie.

Giancarlo Cappelli (presidente Sib-Confcommercio Emilia-Romagna)

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Sib Confcommercio

Il Sindacato italiano balneari si è formalmente costituito il 14 dicembre 1960 e, attraverso la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), aderisce alla Confcommercio - Confturismo.
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