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Sentenza UE balneari: l’importanza del legittimo affidamento

I risvolti della pronuncia che ha bocciato la proroga al 2020 delle concessioni di spiaggia, ma che contiene altri aspetti da non sottovalutare.

Un breve commento sulla sentenza della Corte di giustizia europea in merito alla questione balneare.
1) Le concessioni demaniali italiane per uso turistico-ricreativo sono autorizzazioni all’esercizio di attività di servizi turistici.
2) Deve essere il giudice amministrativo nazionale (e non il governo, che però potrebbe legiferare in tal senso) a determinare se il numero delle autorizzazioni disponibili è o non è limitato per via della scarsità della risorsa naturale spiaggia. Quindi sarà il giudice amministrativo italiano a decidere se procedere alla scadenza a selezione tra più candidati a tali autorizzazioni.

3) Gli attuali imprenditori autorizzati, in virtù della legislazione qui censurata, sono portatori non di un interesse di parte, ma di un legittimo affidamento che assurge a motivo imperativo di interesse generale, da tutelare nell’ambito di un periodo transitorio tra il vecchio e il nuovo regime concessorio. Questo aspetto ha una smisurata importanza per la questione balneare, in relazione all’articolo 12, comma 3 della direttiva Servizi che recita:

[…] gli Stati membri possono tener conto, nello stabilire le regole della procedura di selezione, di considerazioni di salute pubblica, di obiettivi di politica sociale, della salute e della sicurezza dei lavoratori dipendenti e autonomi, della protezione dell’ambiente, della salvaguardia del patrimonio culturale e di altri motivi imperativi d’interesse generale conformi al diritto comunitario.

4) La Corte sembrerebbe suggerire un congruo periodo di ammortamento degli investimenti piuttosto che un indennizzo per quelli che dovessero perdere l’intera azienda per via della selezione tra autorizzabili.

5) La Corte sostiene che, ove non si applicasse la direttiva Servizi alle concessioni italiane, occorrerebbe comunque garantire la libertà di stabilimento. Il che, a mio sommesso parere, è pure peggio ai fini della scelta dell’autorizzato.

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Piero Bellandi

Dottore commercialista e revisore legale, ha fatto parte della commissione UNI per elaborare la norma di valutazione dell'impresa balneare secondo metodologie conformi agli standard nazionali e internazionali.
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