Nei giorni scorsi il Comune di Sellia Marina (Catanzaro) ha emanato delle ordinanze di sgombero ad alcuni stabilimenti balneari, ordinando lo smantellamento delle strutture esistenti per un successivo nuovo allestimento. In risposta, l’Associazione Balneari Sellia Marina ha scritto una lettera, indirizzata anche al prefetto Cannizzaro e al commissario straordinario della Provincia Wanda Ferro, che si sono già detti pronti a incontrare gli imprenditori balneari che lo hanno sollecitati, per chiedere di valutare atti e provvedimenti in modo da consentire ai titolari degli stabilimenti balneari di esercitare la loro attività commerciale.
Così si legge nella lettera: «L’Associazione Balneari ha come scopo quello di migliorare il settore turistico balneare di Sellia Marina, costituire, collaborare e trovare, assieme agli operatori, ai cittadini e al Comune, soluzioni, idee innovative, modelli di organizzazione in ambito turistico, lavorativo, economico e d’immagine di Sellia Marina. Gli stabilimenti balneari svolgono una funzione essenziale per il territorio comunale, definiti anche a livello regionale, quali strutture di erogazione di servizi pubblici a rilevanza collettiva. In particolare, tali strutture turistico-ricettive offrono servizi non solo per la comunità che risiede stabilmente nel comune di Sellia Marina, ma anche per i turisti che nei mesi estivi qui vi trascorrono le vacanze. Tra i servizi offerti vi è in particolare quello di fornire aree di ristoro nelle calde giornate estive, servizio di salvataggio in mare per mezzo di personale di assistenza bagnanti qualificato, postazione medica di primo soccorso, servizi igienici essenziali (wc e doccia), pulizia delle spiagge e cura del demanio, illuminazione del lungomare, attività ricreative e sportive. Tali servizi, gran parte dei quali a titolo completamente gratuito, vengono erogati, oltre che agli utenti della struttura balneare (clienti), anche a coloro che accedono alla zona di spiaggia libera, esonerando, dunque, il comune da una serie di oneri e incombenti. L’erogazione di tali servizi avviene esclusivamente tramite la concessione demaniale e per mezzo delle strutture balneari. Dunque, le scelte amministrative e politiche devono tener conto della rilevanza di quanto su evidenziato. Gli organi competenti, a nostro avviso, dovrebbero avere come fine quello di consentire agli stabilimenti balneari di svolgere le proprie funzioni nel miglior modo possibile, rimuovere ogni ostacolo o problematica presentata, partendo sempre dalla funzione essenziale da essi svolta. Sotto altro e ulteriore profilo, è da considerarsi come nella stagione estiva le strutture turistiche ricettive creino un indotto economico per il paese di non poco conto. Le attività con concessione demaniale, compresi i villaggi turistici, sono la fonte dell’economia locale. Senza tali strutture, che offrono servizi essenziali e ricreativi, probabilmente, i turisti, anche limitrofi, organizzerebbero le vacanze altrove, sapendo di trovarsi davanti il nulla, cosi, compromettendo una grossa fetta di economia di cui la comunità di Sellia Marina ha bisogno. I benefici economici creati dalle attività balneari, come in un meccanismo innescato a catena, si ripercuotono su tutte le altre attività produttive del comune, dal macellaio al fruttivendolo, dal giornalaio al panificio, dal benzinaio al tabaccaio, eccetera. È evidente che tali vantaggi economici provengono sempre dall’attività degli stabilimenti balneari e non il contrario, e che, dunque, essi rappresentano la fonte economica di un paese basato sul turismo. Sotto altro versante, occorre rilevare come centinaia di persone, soprattutto giovani, in questi periodi di crisi, aspettano con ansia l’arrivo della stagione estiva per venire assunti dagli operatori balneari di Sellia Marina».
In base alle ordinanze emanate in questi giorni, gli stabilimenti balneari dovrebbero essere rimossi per poi venire nuovamente rimontati subito dopo. I titolari degli stabilimenti balneari si trovano in una situazione assai gravosa, visto il lasso temporale, non potendo certamente garantire per questa stagione 2014 di poter sgomberare e poi rimontare, poiché quanto ordinato non è realizzabile a ridosso della stagione estiva.
«Le difficoltà lamentate attengono, altresì, all’indisponibilità, già da maggio, a trovare un ricovero per il materiale da sgomberare, non avendo allo stato possibilità di reperire un deposito per questo periodo ed in così poco tempo – spiega ancora l’associazione balneare nella lettera -. Altro problema che non consente di rimontare a ridosso della stagione estiva concerne i materiali da smontare. In particolare, quando si smonta una struttura accade spesso che molte parti di essa si rovinino e debbano essere sostituite. In così poco tempo non è possibile ordinare né reperire il materiale occorrente né, tantomeno, provvedere diversamente al risanamento delle parti andate perse, compromettendo la sicurezza della struttura e ritardando l’apertura stagionale. Nell’attuale momento storico/economico gli enti locali non possono non valutare con maggiore attenzione e sensibilità le istanze e le esigenze degli operatori economici. I tempi critici che stiamo attraversando impongono di adottare atti meno invasivi possibile o comunque non pregiudizievoli dell’economia di un paese. Il tutto ovviamente senza rinunciare a esercitare gli obblighi imposti dalla legge e senza incorrere in omissioni, ma rimodulando l’esercizio del potere in virtù di superiori esigenze pubblicistiche e privatistiche. La volontà di adempiere all’ordinanza non manca, ma le possibilità sì. Lungi dal biasimare l’operato dell’amministrazione, s’intende richiamare l’attenzione sulla necessità che venga perseguito un duplice obiettivo: da un lato l’eventuale repressione degli abusi e dall’altro la tutela dell’interesse pubblico a erogare i servizi suindicati».
Tenuto conto dei tempi di esecuzione del provvedimento di sgombero con la coincidenza dell’inizio della stagione estiva, secondo l’associazione dei balneari «il Comune dovrebbe riesaminare il proprio operato, per non rendersi complice di un’estate fallimentare sia dal punto vista economico che da quello dell’immagine. Gli strumenti, al fine del bilanciamento (obblighi/interessi collettivi da tutelare) sono molteplici, primo fra tutti la sospensione amministrativa del provvedimento, la proroga degli effetti dell’atto a fine stagione, ordinare lo sgombero dopo la stagione estiva, eccetera. Il problema è principalmente la mancanza di tempo per eseguire l’ordinanza senza rischiare di non poter aprire le strutture per la stagione estiva 2014».
Tutti gli stabilimenti balneari comunicano dunque «la volontà di concludere e/o ottenere la documentazione necessaria e i titoli abilitativi al fine di mantenere tutto l’anno le strutture, tenuto conto, altresì, che negli anni precedenti sono state presentate domande di destagionalizzazione al Comune, purtroppo ad oggi senza alcun riscontro. Le attività balneari sono in regola con le concessioni e le autorizzazioni per la stagionalità, e, dunque, non hanno occupato un’area abusivamente e/o sine titulo, e che provvederanno a corrispondere il pagamento del canone previsto e manifestata la volontà di scongiurare di dover intraprendere attività legali contro il Comune in virtù del fatto che gli operatori turistici hanno intenzione di collaborare con l’ente, considerandolo non una controparte processuale, bensì un alleato per il miglior funzionamento dei servizi pubblici».
«Anche l’eventuale ricorso al Tar vanificherebbe gli sforzi degli operatori in quanto, a livello di tempistica, non v’è possibilità di riorganizzare il lavoro rispetto ai tempi di emissione della sentenza. Per gli operatori balneari il danno è solo di tipo economico, mentre per il Comune i pregiudizi sarebbero sicuramente di tipo patrimoniale ma soprattutto di natura non patrimoniale (danno di immagine turistica) a livello locale e nazionale. Ribadiamo che noi imprenditori turistici aspettiamo tutto l’inverno programmando e cercando di fare sempre qualcosa di nuovo, con amore e impegno, prendendo questo lavoro come una missione per migliorare l’immagine di un comune che ha nel turismo il suo punto di forza».
Gli imprenditori chiedono infine che «gli enti pubblici proposti, destinatari della presente, nell’esercizio dei propri poteri politici, pubblici e amministrativi, vogliano esaminare le carte relative ai fatti esposti, e possano, pertanto, adottare, conseguentemente, atti e provvedimenti diretti a consentire ai titolari degli stabilimenti balneari di esercitare la loro attività commerciale senza ostacoli né ostruzionismi anche trovando eventualmente soluzioni politico-amministrative in merito agli atti comunali di sgombero adottati e/o adottandi a danno degli stabilimenti balneari di Sellia Marina».
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