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Scajola: ”Ecco come salverà le imprese balneari”

L'assessore ligure racconta il suo piano per tutelare le spiagge con una legge condivisa anche dal governo.

Assessore Scajola, da quanto leggiamo in alcuni articoli della stampa generalista, sembra che il problema Bolkestein non toccherà la Liguria. Pensate davvero di poterla aggirare?

Magari! L’argomento è complesso e certi giornalisti, anche in buona fede, lo fraintendono o faticano a capirlo. Certi titoli sono stati esagerati, come l’ultimo di Repubblica (vedi notizia).

Allora in cosa consiste il progetto ligure?

Nel "Growth act" del governatore Toti, un contenitore di diverse iniziative che toccano vari settori economici, lanceremo la Liguria dopo troppo tempo di immobilismo. Le daremo vitalità con azioni legislative concrete, che saranno pronte entro settembre.

È qui che si colloca la vostra iniziativa sulle spiagge?

L’azione sui balneari sarà centrale: sono uno dei nostri principali riferimenti economici e dobbiamo riconoscerlo con gratitudine. La Liguria ha quasi 4000 concessioni demaniali per 1800 stabilimenti, che occupano circa 20mila persone. In una regione da un milione e mezzo scarso di abitanti, si tratta di qualcosa di significativo.

In cosa consisterà di preciso la legge?

Riconosceremo il ruolo storico degli imprenditori balneari, famiglie che portano avanti un mestiere fatto di tradizione e cultura e che ci permettono di contrastare la disoccupazione dando lavoro a migliaia di persone. E intraprenderemo la strada della destagionalizzazione per fare in modo che quella del balneare diventi una professione stabile, dato che il clima ligure rende le spiagge accoglienti anche al di fuori dei mesi estivi.

E per contrastare le evidenze pubbliche?

Nella stessa legge fisseremo i criteri per il riconoscimento del valore economico delle imprese balneari. Al contrario di altre regioni, nel nostro testo non si parlerà assolutamente di gare, ma permetteremo ai balneari di nominare un professionista da loro scelto per stabilire il riconoscimento dei loro investimenti. Metteremo così un punto fermo a tutela degli sforzi e dei debiti che tanti imprenditori hanno fatto per realizzare le loro aziende, impedendo che l’ultimo arrivato possa portarle via troppo facilmente a causa di sciagurate direttive europee. Stiamo lavorando con delicatezza a questo aspetto, che includerà anche l’abolizione del concetto di facile e difficile rimozione, perché non è facile metterlo nero su bianco dal punto di vista tecnico-giuridico.

Non temete che il governo possa comunque impugnare la legge, come già fatto nei giorni scorsi con quelle di Campania e Toscana?

Il nostro obiettivo è eliminare questo rischio e per questo stiamo lavorando a un testo il più possibile condivisibile a tutti i livelli istituzionali.

Rimane però la problematica della direttiva Bolkestein che, se male applicata, rischia di spazzare via tutto questo patrimonio.

La Bolkestein tocca affrontarla per altre strade e come Regioni lo stiamo facendo in squadra, con la Liguria che ha coordinato con successo e responsabilità il tavolo di trattativa. La nostra posizione è chiara: il governo deve intraprendere la strada del doppio binario, con immediate evidenze pubbliche solo per le spiagge non ancora in concessione e un periodo transitorio di 30 anni per le attuali imprese. Lo ribadirò anche oggi pomeriggio, incontrando il ministro Costa. Mai come in questo momento, con un’Unione europea indebolita dalla Brexit, il governo – se ne avesse intenzione – potrebbe ottenere risultati importanti a tutela delle nostre imprese balneari. Noi siamo determinati e combattivi, e non permetteremo che ci esproprino i nostri beni.

(intervista a cura di Alex Giuzio)

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