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Sanremo, estate ad alto rischio per la balneazione

Le ultime analisi in mare tra i due porti hanno classificato le acque come ''scarse'': se non si prenderanno contromisure, i turisti non potranno fare il bagno.

di Gianni Micaletto

Scatta l’allarme rosso per le spiagge affacciate sul bacino fra i due porti di Sanremo. L’ultima classificazione regionale sulle acque fa retrocedere, di fatto, da sufficiente a scarsa la condizione della balneazione in quel punto del litorale. E in assenza di massicce e pronte contromisure, comunque difficili se non impossibili a pochi mesi dall’inizio della stagione della tintarella e delle nuotate in mare, il Comune si vedrebbe costretto a prendere decisioni drastiche. Il rischio del divieto è incombente. La classificazione, basata sui prelievi sistematici dell’Arpal eseguiti nel periodo fra aprile e settembre, viene determinata anche dagli esiti di laboratorio (a livello microbiologico) delle tre stagioni precedenti.

Ne sanno qualcosa a San Martino, dove l’ex spiaggia dell’Antenna è stata interdetta alla balneazione, dopo una serie di campionamenti non favorevoli. Il servizio ecologia di Palazzo Bellevue, in una lettera al sindaco Alberto Biancheri e all’assessore all’ambiente Eugenio Nocita (oltre che all’ufficio demanio marittimo), ricorda che l’articolo 8 del decreto legislativo 116/2008 «impone il divieto di balneazione per tutte le acque classificate “scarse”». Funzionari e tecnici degli uffici interessati sono già andati a Genova per confrontarsi con la Regione, anche alla luce dei miglioramenti apportati alla rete fognaria nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza del torrente San Francesco. Già, perché il problema principale è rappresentato proprio dagli scarichi: nel bacino confluiscono lo stesso San Francesco e il San Lazzaro, e sulle sponde dei loro alvei corrono le condotte di raccolta delle acque nere con relativi allacciamenti di condomini. Le piene mettono a dura prova i tubi ormai vecchi, portando al loro interno anche sabbia e pietre, con tracimazioni, malgrado gli interventi di manutenzione. Da qui le conseguenze sullo specchio di mare fra i due approdi. Senza dimenticare il rischio di inquinamento da idrocarburi legato alla presenza di numerose imbarcazioni ai due lati del litorale, che comprende quattro stabilimenti. Per rifare le condotte ci vogliono più di 2 milioni.

«E gli uffici ci dicono che forse non basterebbe neppure – sottolinea l’assessore al demanio marittimo Mauro Menozzi – Bisogna capire quanto i lavori sul San Francesco abbiano migliorato la situazione. E la normativa sulla balneazione si è fatta più stringente. Nonostante ciò l’amministrazione farà di tutto per tutelare le attività balneari interessate, magari andando in Regione assieme a loro rappresentanti. Non bisogna però nascondere che i problemi in quella zona hanno radici profonde: basti pensare che molti anni fa si era pensato di realizzare delle piscine, proprio perché il bacino è stretto fra Portosole e porto vecchio». Domani è in programma l’incontro con gli operatori delle quattro spiagge. «Faremo tutto quello che ci sarà consentito fare», promette il sindaco Alberto Biancheri, evidenziando poi di aver già dato disposizione di eliminare i frequenti ristagni alla foce del San Francesco.

«Sarebbe sorprendente se scattassero misure drastiche, perché i dati Arpal degli ultimi quattro anni classificano le acque come sufficienti. E se qualche volta la balneazione è stata vietata è perché ci sono stati lavori sul San Francesco (2015) oppure è esplosa la condotta fognaria a Portosole», dice Gianni Canale, con titolare dei bagni Arenella e presidente di Oasi Confartigianato.

fonte: Il Secolo XIX

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