Di seguito, il discorso del coordinatore di Cna Balneatori Cristiano Tomei (nella foto) pronunciato ieri durante la manifestazione-dibattito tenutasi all’Eur di Roma contro la direttiva Bolkestein che vuole mettere all’asta le imprese balneari italiane.
«Le Regioni si sono espresse per evitare l’evidenza pubblica, e il Parlamento italiano, con i suoi due rami, ha fatto lo stesso. Una direttiva, in questo caso la Bolkestein, non è mica un dogma immodificabile: se uno Stato membro quale è l’Italia chiede che questa Direttiva sia ridiscussa, la si ridiscute. Probabilmente ci vorrà del tempo a riunire gli altri Stati membri e ad attivare le procedure burocratiche, ma credo ci sia il tempo ampiamente sufficiente perchè ciò avvenga entro il 31 dicembre del 2015. E nel frattempo, cosa altrettanto importante, perchè i rappresentanti del nostro esecutivo non avanzano ufficialmente a Bruxelles la richiesta di ridiscutere la direttiva servizi?
Chiedere la deroga alla direttiva, usare la stessa direttiva, farne addirittura un’altra: sono tutte strade realmente percorribili; ma prima di tutto il livello italiano della rappresentanza politica e dell’esecutivo di Governo deve ufficialmente aprire la discussione in Europa. E allora perchè tutto ciò non è emerso giovedì 4 aprile in via della Stamperia a Roma, durante l’incontro tra l’esecutivo e le forze parlamentari italiane? E perchè tutto ciò non viene chiesto chiaramente e a viva voce direttamente a Bruxelles? Queste sono le domande che si pongono le piccole imprese balneari e alle quali attendono risposte da troppo tempo.
E ancora, se le doverose osservazioni non sono state avanzate dai nostri rappresentanti prima e al momento del recepimento della Direttiva servizi, non è affatto detto che gli attuali rappresentanti non debbano chiedere ufficialmente di raddrizzare ciò che in precedenza non è stato fatto, ossia una dannosa sottovalutazione delle ricadute che la Direttiva poteva avere sul comparto della balneazione italiana.
I sindacati, e i balneari con loro, chiedono che si passi dalle parole ai fatti. Che si passi dalle mozioni e dagli ordini del giorno alla discussione e all’approvazione di leggi, di norme a garanzia di un futuro certo per le attuali aziende balneari italiane. Leggi e norme sì, ma solo a condizione che siano indiscutibilmente a garanzia di queste imprese balneari che hanno costruito sulle loro spalle il sistema turistico balneare del nostro Paese».
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