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Riforma concessioni balneari, il governo apre la discussione

Il ministro Costa: ''I temi del legittimo affidamento e della non scarsità di risorse restano sul tavolo, l'importante è chiudere in tempi brevi''.

Alla vigilia della discussione della riforma delle concessioni balneari, in programma per oggi pomeriggio alla Camera dei deputati, sembrano arrivare alcune aperture da parte del governo. Il ministro agli affari regionali Enrico Costa, coordinatore della legge di riordino del demanio marittimo che porta le spiagge alle evidenze pubbliche, ieri all’iniziativa pubblica organizzata da Cna Balneatori a Roma si è infatti espresso in questi termini in merito all’importante tema del legittimo affidamento: «Il legittimo affidamento è un tema che sta sul campo. Il tema della scarsità di risorse è un altro tema significativo, e la recente sentenza del Tar Campania fa riferimento proprio alle valutazioni che i Comuni possono fare in questo senso, con aree intensamente coperte e altre diverse. Insomma, gli spazi ci sono e sicuramente c’à la disponibilità al confronto», ha detto Costa al convegno “Spiagge, la riforma delle concessioni”.

«Giovedì (oggi, NdR) inizierà il percorso in parlamento della legge-delega – ha proseguito Costa – e io spero davvero che ci possano essere tempi brevi, ma anche che nei tempi brevi ci possano essere confronto, dialogo e ascolto delle varie posizioni in campo, e questo a livello parlamentare c’è sempre. Da questo punto di vista, non ho mai detto che il testo che abbiamo scritto è blindato, però deve essere anche onesto. C’è per esempio chi mi chiede di scrivere “proroga trentennale” delle concessioni, ma come facevamo ad approvare una norma con una tale proroga, se la Corte di giustizia dell’Unione europea ci ha bocciato la proroga al 2020? Quindi, ascolterò le proposte compatibili con l’ordinamento giuridico, che potranno intervenire sulla delega attraverso i lavori delle commissioni, ai quali parteciperò, ma i tempi devono essere stretti perchè se vogliamo approvare la legge e avere tempo per fare i decreti attuativi entro la legislatura, dobbiamo fare in modo che ci sia un dialogo intenso ma sufficientemente contenuto».

«Stiamo cercando di costruire un’impalcatura», ha aggiunto il ministro. «Voglio incontrare le associazioni, ma con proposte tecniche che cerchino anche di tradurre i principi affermati in norme immediatamente applicabili. Oltre a ciò avvierò un confronto con l’Europa, ma penso che innanzitutto dovremmo chiarirci le idee, e se avremo un’intesa, se tutti quanti insieme riusciremo a trovare un’impalcatura che regge e che entra nelle maglie che ci ha lasciato la Corte di giustizia europea, e dovremo riuscire a inserirci in quegli spazi, perché la Corte ha dichiarato illegittima la proroga ma ha lasciato degli spazi. Ciò detto, sui principi non torno indietro, rispetto l’Europa ma penso che se decidiamo con buonsenso e competenza che la nostra impalcatura rispetta i principi europei, a quel punto andremo in Europa con la forza delle nostre proposte. Allora, penso si debba procedere con fermezza sui principi: quello sacrosanto è che non si può tracciare una riga sull’esperienza, sulla passione, sull’impegno e sugli investimenti che tutti gli imprenditori hanno messo in questi anni, perché se l’hanno fatto è perché c’erano delle leggi dello Stato che hanno fatto loro pensare che ci fosse una prospettiva, una durata, e questo è importante».

Anche Cna, con il presidente nazionale Daniele Vaccarino, invita a passare dalla protesta alla proposta: «L’impegno della Cna a favore dei balneatori ha portato alla stesura di proposte articolate e concrete e dimostra che l’associazionismo e la rappresentanza possono continuare a svolgere un ruolo importantissimo. A patto, come l’azione della Cna dimostra, che si passi dalla protesta alla proposta. Intendiamoci, la protesta è necessaria come noi e i balneatori abbiamo dimostrato, ma non può rimanere fine a se stessa. Servono poi proposte praticabili. E ci siamo impegnati a presentarle. La vicenda dei balneatori è un banco di prova significativo di una battaglia che a Bruxelles si vince solo tutti assieme: i balneatori, le associazioni, il governo».

Così invece Cristiano Tomei, coordinatore Cna Balneatori: «In Italia operano circa 30mila imprese balneari, con un impatto occupazionale ed economico notevole e crescente. Sono imprese per lo più familiari: appena il 14% è composto da società di capitali. Ci sono imprenditori che hanno ipotecato la casa per poter ammodernare gli stabilimenti. Tanto che alle imprese sono stati chiesti anche lavori di opportunità pubblica, a cominciare dalla pulizia degli arenili. La conseguenza è che il litorale italiano è tra i meglio attrezzati d’Europa. Ora esiste il rischio che una cattiva interpretazione della direttiva Bolkestein e i tanti errori politici commessi nell’applicazione in Italia possano mettere a rischio tutto ciò, ma le nostre proposte possono disinnescare le due mine più pericolose. Prima di tutto, in Italia non c’è scarsità di materia prima, vale a dire di spiagge, perché il 48% delle coste è ancora disponibile. Lo stesso vale per la tutela del legittimo affidamento, dietro al quale c’è un patto di reciproca fiducia tra Stato e balneatori che non può essere rotto».

A margine del convegno, è anche arrivato un commento positivo da parte di Riccardo Borgo, presidente Sib-Confcommercio: «Il ministro Costa ha confermato la sua ampia disponibilità a discutere ed eventualmente modificare in parlamento il ddl per la riforma delle concessioni demaniali e la risolutezza di andare al confronto in Europa difendendone tutti i principi dopo le decisioni del parlamento italiano. Rimane una differenza sostanziale sulla durata del periodo transitorio, per il quale confermiamo la nostra proposta di 30 anni, ma osservo che il ministro Enrico Costa non parla più di periodo transitorio correlato ai tempi tecnici. Anche su questo punto di fondamentale importanza ci sarà modo di approfondire gli aspetti e le motivazioni in sede di dibattito in parlamento. Forniremo ai membri delle commissioni camerali tutti gli elementi per una puntuale e completa valutazione sui contenuti del provvedimento legislativo in itinere».

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