«Le regioni chiedono che il governo italiano metta in luce e valorizzi, presso la Commissione europea, la realtà di un settore strategico e peculiare per il territorio nazionale, sia sotto l’aspetto economico che sociale, quello delle aziende balneari che non possono essere assolutamente indebolite». Lo scrivono le Regioni costiere in un documento approvato ieri pomeriggio all’unanimità nel corso della riunione del tavolo interregionale sul demanio marittimo della Conferenza delle Regioni, presieduto dagli assessori al demanio della Liguria, Marco Scajola, e al turismo dell’Abruzzo, Giovanni Lolli. Il documento è stato redatto in vista delle audizioni di Regioni e Comuni alle commissioni parlamentari che stanno seguendo il disegno di legge di riforma sulle concessioni balneari.
«Le regioni, pur avendo sempre dimostrato la volontà di partecipare alla definizione della riforma del demanio marittimo, vengono interpellate solo ora – si legge ancora nel documento – nell’ambito di un percorso che è stato gestito solo dal governo, nel quale le amministrazioni locali non hanno potuto apportare sostanziali contributi».
Inoltre, ci informa l’assessore Scajola, nel documento le regioni si chiedono perché altri paesi che concorrono con l’Italia nell’offerta turistica, come Spagna e Portogallo, stiano beneficiando di proroghe importanti o forme di preferenza in favore del concessionario.
Sempre nel documento le regioni chiedono anche che il governo faccia chiarezza sul ddl e che i punti ancora generici e poco chiari siano da questo precisati meglio.
«L’incontro di oggi è stato molto positivo – ha commentato Scajola – visto che si è creata una sostanziale condivisione da parte di tutti i presenti sui temi in questione che verranno portati all’attenzione della Conferenza dei Presidenti» (in programma oggi, NdR). «Inoltre la Regione Liguria ha ribadito, inserendolo come precisazione nel documento, che nel ddl del governo venga inserita, in maniera chiara e inequivocabile, un’estensione della durata di 30 anni delle attuali concessioni demaniali marittime, come accaduto per quelle spagnole».
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