Attualità

Quanto costa davvero una concessione balneare

Il canone non è l'unica cifra richiesta dallo Stato per poter gestire un tratto di spiaggia

Quanto costa davvero una concessione balneare? Su tv e giornali sentiamo spesso parlare di canoni, con cifre talvolta sparate un po’ a caso, ma questo non è l’unico costo di una concessione balneare. Nel servizio video qui sopra, abbiamo chiesto ai titolari di stabilimenti balneari di elencarci tutti i veri costi di una concessione.

Sui media vediamo molti servizi in cui si prendono i canoni più bassi e si paragonano al costo di un ombrellone, facendo passare i balneari come dei ricconi e dei privilegiati. Ma sono ricostruzioni sbagliate e di parte. Lo Stato italiano nel secondo dopoguerra ha deciso di affidare le spiagge in concessione ai privati, permettendo loro di fare legittimamente profitto, e chiedendo in cambio di prendersi cura del tratto di litorale in concessione – in sostanza, di farsi carico di alcuni costi che altrimenti ricadrebbero sulla collettività. Quindi il canone è una cifra calmierata richiesta dallo Stato, che in più chiede di pagare il servizio di salvamento e la pulizia della spiaggia. Non sono spese che riguardano qualsiasi impresa, bensì sono costi esclusivi dei titolari delle concessioni balneari. E sono obbligatori per legge: se il concessionario non se ne occupa, la concessione gli viene revocata.

Il salvamento e la pulizia delle spiagge sono servizi pubblici, che dovrebbe garantire lo Stato, e in Italia si è deciso che se ne occupassero i privati. Quindi, quando si fanno i conti in tasca ai concessionari, questi costi devono essere calcolati insieme al canone.

Se teniamo conto che il fatturato medio di un’impresa balneare, secondo Nomisma, è di 260.000 euro all’anno, e che gli stabilimenti hanno anche altri costi tipici di qualsiasi impresa (personale, energia elettrica, tasse, eccetera), possiamo capire che i balneari non si arricchiscono così facilmente come qualcuno crede.

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Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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