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Puglia, apertura annuale spiagge: ‘Promessa non mantenuta’

L'accusa al governatore Emiliano che ha varato l'ordinanza balneare con stagione dal 1° giugno al 30 settembre.

«La sensazione è che il governatore Michele Emiliano continui a predicare nel deserto. Aveva dichiarato che l’attività balneare sarebbe durata 12 mesi (vedi notizia, NdR), ma nei fatti si è rivelata l’ennesima promessa non mantenuta». Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale della Puglia, Giandiego Gatta.

«Basterebbe dare uno sguardo all’ordinanza balneare – prosegue Gatta – per rendersi conto che, violando le intese con sindacati ed enti del settore interpellati, non solo la stagione turistica non dura tutto l’anno, ma si pongono una serie di criticità a carico dei concessionari. Concessionari balneari che – a parte qualche eccezione che conferma la regola – sono i veri e soli tutori di coste e spiagge, stante la sciatteria della Regione (e dei suoi uffici demaniali e dei lavori pubblici). Già in sede di confronto, pubblicamente alcuni dirigenti e funzionari regionali si schierarono contro la proposta del presidente Emiliano, preannunciando che non l’avrebbero mai applicata. Evidentemente questi signori contano alla Regione Puglia più del governatore e dell’assessore regionale, perché l’ordinanza, pubblicata dopo quasi 20 giorni, ripropone la balneabilità delle acque solo dal 1° giugno al 30 settembre e impone lo smontaggio a fine stagione di tutte le strutture (anche di quelle amovibili). E mentre anche quest’anno si assiste alla chiusura di 20 chilometri della costa salentina perchè la Regione Puglia non è stata in grado di coordinare le necessarie opere a terra e in mare di salvaguardia, sul Gargano accade di peggio, anche per la mancata approvazione dei Piani Comunali delle Coste, già previsti dalla legge 17/2006 pena la nomina di un commissario ad acta».

Conclude Gatta: «Il Gargano è in ginocchio con stabilimenti sequestrati perchè i loro titolari non avrebbero smontato strutture a fine stagione nonostante fossero considerate amovibili. E le falesie – a eccezione di Baia delle Zagare per merito dell’indimenticabile Piero Pellegrini, pioniere illuminato del turismo pugliese che due anni fa ha provveduto a proprie spese a metterle in sicurezza – sono ancora in una situazione di degrado. Questo nonostante da oltre un decennio il professor Cotecchia abbia consegnato un accurato studio sullo stato di ciascuna falesia e sulla necessità di metterle in sicurezza. A questo punto, è necessario rilanciare l’idea della rotazione dei funzionari affinché la dirigenza torni a dar seguito ed attuazione alle scelte della politica, senza intestarsi dannosi e illegittimi poteri».

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