Ambiente

Pubblicato il “Manuale sul rafforzamento della resilienza costiera dell’Adriatico”

Si tratta di una lettura essenziale per chi si occupa di gestione del territorio costiero

Il Mare Adriatico, pur con una modesta superficie, presenta un lungo perimetro costiero sia per la forma allungata del bacino, sia per la presenza di un’infinità di isole e promontori, in particolare sul lato orientale. Percorrendo le sue coste s’incontrano aree pianeggianti, colline che s’immergono dolcemente in mare e ripide falesie. Le coste basse possono avere alle spalle estese pianure costiere o aree palustri e lagunari, oppure essere caratterizzate da sottili strisce di sabbia o ghiaia che le separano delle colline retrostanti. Le differenze nell’escursione di marea e nell’energia del moto ondoso aumentano ulteriormente la varietà ambientale di questa costa e hanno portato a un quadro estremamente diversificato della frequenza e del tipo di strutture di protezione costiera presenti, che hanno trovato ulteriore giustificazione nel diverso sviluppo demografico ed economico dei vari settori costieri. In questo quadro, una strategia omogenea per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico deve essere basata su obiettivi, protocolli e processi partecipativi condivisi, ma deve tenere conto delle differenze che presentano i vari territori. Proprio in questa direzione va il “Manuale sul rafforzamento della resilienza costiera dell’Adriatico”, un volume di recente pubblicazione che trova ispirazione nelle raccomandazioni del Piano della costa per la regione di Šibenik-Knin in Croazia, sviluppatosi nell’ambito del progetto “AdriAdapt” (Interreg CBC Italia – Croazia) per la raccolta di raccomandazioni, linee guida e consigli pratici per aree costiere, città e insediamenti lungo la costa adriatica.

Poiché le coste della Croazia e dell’Italia costituiscono circa il 90% della lunghezza della costa adriatica, il volume può essere considerato a pieno titolo uno strumento valido per l’intero Adriatico. Obiettivo del manuale è quello di fornire ai gestori del territorio costiero, agli amministratori delle città che si affacciano su questo mare e a tutti coloro che vogliono essere consapevoli dei problemi e partecipare alle scelte che dovranno essere fatte per fare fronte alle conseguenze negative dei cambiamenti climatici, migliorando la resilienza delle aree costiere. Infatti, poiché gli impatti dei cambiamenti climatici diventeranno più intensi nei prossimi anni, quello per l’incremento della resilienza è il miglior investimento possibile per le zone costiere.

«Per “resilienza costiera” – spiega il geologo Enzo Pranzini – si intende la capacità di un sistema e delle sue componenti socioeconomiche e naturali di anticipare, assorbire, accogliere o riprendersi dagli effetti di un evento dannoso e del cambiamento climatico in modo tempestivo ed efficiente. Affinché ciò sia possibile, la risposta dell’area costiera deve essere sistematica, pianificata, guidata e gestita. Pertanto, il manuale propone una pianificazione integrata di adattamento nelle aree costiere come prerequisito necessario per garantire la resilienza dell’abitato costiero».

Pur avvicinandosi a questo problema in modo interdisciplinare, con contributi scientifici dai vari settori disciplinari, la priorità del volume viene posta nelle misure di adattamento della società, perché le strategie da adottare saranno tanto più efficaci quanto maggiore sarà la consapevolezza, e quindi l’accettazione, da parte dei cittadini della necessità di attuare trasformazioni di grande rilevanza ambientale, economica e sociale.

«Migliorare la resilienza della costa richiede spesso soluzioni ingegneristiche e tecnologiche definite “misure grigie”», afferma Daria Povh Skugor del PAP-RAC di Spalato, l’agenzia delegata delle Nazioni unite nel Mediterraneo (Unep) a occuparsi di gestione integrata delle aree costiere. «Le infrastrutture costiere devono svolgere adeguatamente le proprie funzioni primarie e secondarie per un periodo di vita e a un costo ragionevoli. Alla luce dei cambiamenti imminenti, soluzioni che hanno molteplici funzioni possono aiutare in modo significativo, come l’espansione costiera nelle città per proteggersi dalle inondazioni, ma anche per ottenere nuovo spazio pubblico. Tuttavia, dove non c’è sufficiente necessità di protezione, interventi così costosi non sono economicamente sostenibili, ma è più opportuno ritirarsi al momento giusto e investire in nuovi insediamenti a distanza di sicurezza dal mare. Tale decisione non sarà mai facile da prendere per nessuno; sono quindi fondamentali la valutazione delle vulnerabilità, dei rischi e dei danni futuri, l’analisi costi-benefici e la pianificazione dell’adattamento».

Il “Manuale sul rafforzamento della resilienza costiera dell’Adriatico” è edito dal PAP-RAC di Spalato, è disponibile in inglese, italiano e croato e sulla piattaforma di conoscenza AdriAdapt e speriamo che venga accolto con interesse anche da tutti coloro che sul lungo litorale adriatico svolgono attività economiche, perché il loro futuro dipenderà molto da quanto la costa sarà resiliente alla pressioni indotte dai cambiamenti climatici. E dobbiamo dire che resilienti dovrebbero essere anche le attività economiche, in modo da minimizzare gli impatti negativi e potersi riprendere il prima possibile dopo eventuali eventi dannosi. Purtroppo, il futuro sembra riservarcene molti.

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