di Alex Giuzio
La notizia è arrivata questa notte dopo molti giorni di incertezza, dovuti a notizie spesso discordanti che si rincorrevano nel tam tam di Facebook. La decima commissione del Senato ha elaborato un emendamento al decreto sviluppo bis che mira a ottenere la proroga di 30 anni delle attuali concessioni demaniali marittime. La proposta è bipartisan e sintetizza i precedenti quattro emendamenti avanzati da tutte le forze politiche parlamentari, ma deve ancora essere approvata: ciò avverrà non prima di lunedì. Attenzione, dunque, ai toni trionfalistici che si stanno susseguendo sul web e sulle testate di informazione: niente è ancora sicuro; si tratta solo di un primo passo.
Questi gli avvenimenti: al decreto "Ulteriori misure per la crescita del paese", detto anche "Sviluppo bis", sia l’Italia dei valori che una coalizione di centrodestra (tra cui Pdl, Lega, Udc e Fli) avevano presentato due emendamenti che proponevano la proroga di 30 anni delle attuali imprese di spiaggia per restituire qualche certezza agli operatori balneari, colpiti dalla minaccia delle evidenze pubbliche delle loro aziende a partire dal 2016, proposte dal ministro al turismo Piero Gnudi. Tali emendamenti volevano addirittura togliere all’attuale governo la delega per legiferare sulle concessioni di spiaggia. Agli emendamenti di Idv e centrodestra erano seguiti i due del Pd, che analogamente proponevano una proroga dai 10 ai 40 anni, ma senza togliere la delega al governo.
Ieri sera la decima commissione – nonostante il parere negativo della quinta (vedi notizia) – ha capito l’urgenza di garantire un sufficiente periodo transitorio agli attuali imprenditori balneari per far ripartire gli investimenti in attesa di una nuova legge, e ha deciso di elaborare un emendamento che sostituisce i precedenti quattro. Sparita la proposta di togliere la delega al governo, ma sparito anche il periodo minimo di dieci anni avanzato dall’emendamento Pd a firma di Armato. Il nuovo testo, presentato dai senatori della decima commissione Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl), recita infatti così: «Dopo l’articolo, aggiungere il seguente: Art. 34- bis. All’articolo 1, comma 18, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, dopo il periodo: "entro il 31 dicembre 2015 è prorogato", le parole "fino a tale data" sono sostituite dalle seguenti: "fino al 31 dicembre 2045"» (per leggere il documento originale, clicca qui e vai a pagina 27).
Sono già soddisfatti, ma ancora cauti, i presidenti dei sindacati balneari Sib-Confcommercio, Cna Balneatori, Fiba-Confesercenti e Assobalneari-Confindustria, che nei giorni scorsi hanno portato avanti un’impegnativa trattativa per far passare un emendamento potenzialmente contestabile dal governo e dall’Unione europea. Ma sembra che il Senato stia finalmente cercando di tutelare le attuali imprese balneari. Anche se, come detto, l’emendamento deve ancora essere votato e ciò avverrà solo il prossimo lunedì. L’importante, per ora, è il raggiungimento di una proposta bipartisan che metterebbe d’accordo tutti i partiti.
Riccardo Santoni, direttore di Fiba-Confesercenti Emilia-Romagna, invita ad attendere: «Il risultato non è ancora stato raggiunto. Si tratta certo di un importante primo passo, poiché l’emendamento è stato presentato da due senatori della decima commissione e di schieramento politico opposto, ma inviterei la categoria ad aspettare ancora qualche giorno prima di trionfare. La cautela è d’obbligo, ma speriamo di ottenere questa proroga»
Tra i primi commenti c’è anche quello di Cristiano Tomei, coordinatore di Cna Balneatori: «Positiva la proposta di proroga "secca" di trent’anni. Ora attendiamo speranzosi l’approvazione. Le attività sindacali in questi giorni continueranno senza sosta per contattare i senatori componenti della decima commissione e delle altre commissioni al fine di sostenere l’approvazione di questo emendamento importante per il futuro dell’intera categoria di titolari di concessioni demaniali. A tal proposito vi anticipiamo la convocazione per martedì 4 dicembre, alle ore 11, del direttivo di Cna Balneatori esteso alla partecipazione dei responsabili regionali e territoriali, che si terrà a Roma in via Guattani 13 per analizzare l’esito dell’emendamento in discussione e le immediate strategie sindacali da porre in atto congiuntamente alle altre sigle sindacali del settore».
Esprime speranza anche Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, anche se dà per scontato che dopo il 2045 si terranno le aste: «Confidiamo nel buon operato della decima commissione del Senato per la proroga fino al 2045 per le concessioni balneari. In questo modo, stabilimenti balneari e ristoranti che operano su terreno demaniale avranno modo di organizzare meglio le loro attività in vista della aste pubbliche. Tale emendamento è stato fortemente voluto dalla stessa Fipe per applicare correttamente la direttiva europea Bolkestein senza mettere a rischio il destino di migliaia di imprese e delle famiglie da cui traggono lavoro. Tale direttiva prevede che entro il 2015 partano le aste per le concessioni demaniali e il ristrettissimo margine di tempo, in pratica due anni, alla scadenza della concessione porta inevitabilmente al blocco di qualsiasi miglioria e innovazione da parte delle imprese alle strutture in cui operano. È improponibile pensare che un imprenditore investa di suo un capitale in un’azienda che dopo due anni è destinata per legge a finire all’asta, il cui esito, come in tutte le aste, è sempre imprevedibile».
Ma la speranza di proroga non deve far distrarre i balneari dal vero scopo della loro ormai annosa battaglia: occorre infatti che il governo Monti, che deve legiferare in materia entro la fine della sua legislatura, si rechi al più presto in Unione europea per confrontarsi sull’applicazione della direttiva Bolkestein, dato che la Spagna ha proposto di prorogare le sue concessioni di 75 anni senza il diniego dell’Ue (portando i balneari italiani a chiedere un analogo trattamento). Lo hanno ricordato oggi gli assessori regionali all’urbanistica della Liguria Gabriele Cascino e al demanio dell’Abruzzo Mauro Di Dalmazio, in una nota trasmessa stamattina al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani: «La previsione della libera concorrenza, e quindi della messa a gara delle concessioni demaniali marittime, non tiene conto della peculiarità e della specificità del paesaggio costiero nel quale gli stabilimenti balneari rappresentano una realtà tipica e particolare, un unicum nel territorio europeo. Le Regioni italiane ritengono urgente che il governo Monti riapra il confronto con la Commissione europea, soprattutto alla luce della nuova proposta spagnola. Al presidente Vasco Errani chiediamo di avviare un intervento presso il governo affinché, nella delegazione che nei prossimi giorni accompagnerà a Bruxelles il ministro agli affari europei Enzo Moavero Milanesi, siano presenti anche i rappresentanti delle Regioni che ben conoscono le diverse realtà territoriali».
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