Il piano per la gestione integrata della costa adottato dalla Regione Marche non convince affatto Oasi-Confartigianato. L’associazione balneare rende noto di essersi «vista costretta a presentare una miriade di osservazioni finalizzate a modificare radicalmente questo importantissimo strumento di pianificazione regionale per la difesa della costa e le linee guida per la predisposizione dei nuovi piani spiaggia comunali».
«Oasi Confartigianato – prosegue la nota – ha chiesto innanzitutto di inserire nel piano anche le manutenzioni delle scogliere e i ripascimenti, individuando i siti e assegnando risorse certe da integrarsi con le auspicate compartecipazioni economiche dei Comuni. Le risorse infatti ogni anno vengono stanziate con grave ritardo e i Comuni assegnatari sono costretti a realizzare gli interventi a stagione ampiamente iniziata. Oasi-Confartigianato Marche ha inoltre sollecitato la Regione a sperimentare scientificamente una o più strategie alternative utili ad armonizzare l’energia marina e a consentire un naturale regime idrodinamico e di trasporto di sedimento. Una parte corposa del documento presentato da Oasi è stata predisposta grazie alla preziosa collaborazione di esimi professori universitari e geologi, i quali hanno individuato anche i siti ove la Regione potrebbe iniziare l’auspicata sperimentazione».
«In merito alle linee guida per i piani spiagge comunali – sottolinea l’associazione Oasi-Confartigianato ha evidenziato come il nuovo piano della costa contraddica la volontà politica della giunta regionale, che è quella di assecondare e valorizzare al massimo la bassa stagione. Infatti la “vision” di chi ha predisposto il piano è, al contrario, quella di fare rimuovere tutti i manufatti, arredi e attrezzature al 30 settembre di ogni anno. Sarebbe molto meglio che i tecnici della Regione e la Soprintendenza ai beni ambientali e archittettonici attuassero la giusta politica di “difesa del suolo” impedendo la cementificazione selvaggia della costa, con conseguente oscuramento delle spiagge: sono sotto gli occhi di tutti i continui ampliamenti e innalzamenti delle strutture ricettive, ubicate a stretto ridosso degli arenili, realizzabili grazie al piano casa. Al contrario ci si accanisce contro le cabine degli operatori balneari (alte poco più di 2 metri), contro le piccole piscine (che non fanno volume perché interrate), peraltro utili a prevenire gli episodi di annegamento in caso di mare mosso, e contro le vasche idromassaggio (piccolissime attrezzature amovibili) sempre più richieste e pretese dall’utenza turistica».
Sulle norme tecniche di attuazione del nuovo piano della costa le osservazioni presentate da Oasi-Confartigianato sono molteplici, ma la più importante in assoluto è che «tutto ciò che è stato autorizzato ai concessionari preesistenti rimane preservato, confermato e autorizzato, nelle stesse dimensioni, ingombro e caratteristiche, anche in caso di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione. Il piano della costa, infatti, così come è stato scritto e adottato rischia di penalizzare fortemente le imprese balneari già in essere, costringendole a ridimensionare, ridurre, rimuovere tutto quanto è stato già realizzato a fronte di ingenti investimenti non ancora ammortizzati».
Il presidente regionale di Oasi-Confartigianato Marche Filippo Borioni, a nome e per conto della categoria rappresentata, chiede in conclusione senza mezzi termini «che la Regione accolga tutte le richieste di modifica presentate e, a tal fine, auspica l’immediata convocazione di un tavolo di confronto per il giusto approfondimento delle osservazioni presentate».
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