di Alex Giuzio
«Gli stabilimenti balneari andranno a evidenza pubblica, ma ci saranno salvaguardie per gli attuali concessionari». Una frase già sentita altre volte, ma pronunciata ieri da un nuovo interlocutore: il ministero delle infrastrutture diretto da Corrado Passera (nella foto), i cui massimi funzionari ieri mattina hanno incontrato una delegazione di tecnici del Comitato salvataggio imprese e turismo.
I capi di gabinetto di Passera hanno confermato le anticipazioni divulgate domenica sera dal ministro del turismo Piero Gnudi a Milano Marittima (vedi notizia): il decreto che il governo Monti sta preparando per regolamentare le concessioni demaniali marittime, oggetto della direttiva europea Bolkestein che vuole metterle a evidenza pubblica, andrebbe proprio nella direzione delle aste con paletti e indennizzi a favore di chi ha costruito e mantenuto queste imprese per circa un secolo.
Una decisione che non piace ai balneari italiani: «Cosa ci interessa dell’indennizzo se perderemo il nostro lavoro?», commenta Giancarlo Cappelli, vicepresidente del Sindacato Italiano Balneari. Senza contare che la procedura di evidenza pubblica favorirà i grandi gruppi multinazionali, più forti economicamente, determinando la scomparsa delle aziende turistico-balneari fondate sulla piccola impresa familiare.
Così raccontano Emiliano Favilla e Fabrizio Maggiorelli, presidenti del Comitato che ieri si è recato al ministero delle infrastrutture: «La riunione si è svolta in un contesto di piena disponibilità ad ascoltare le forti preoccupazioni dei balneari. Ad Antonio d’Ambrosio, capo di gabinetto del ministro Passera, avevamo già inviato un’ampia documentazione in cui si evidenziavano la posizione approvata dall’assemblea generale dei balneari in occasione della fiera Balnearia di Carrara e il documento unitario di Rimini. Dopo una nostra circonstanziata introduzione che ribadiva tutto il disagio dei balneari, i tecnici ministeriali ci hanno illustrato la linea che gli uffici di Passera stanno elaborando a seguito delle indicazioni ricevute dalle forze politiche che sostengono il governo Monti, confermando che è in stesura una bozza di decreto legislativo purtroppo orientato all’evidenza pubblica con alcune possibili salvaguardie per gli attuali concessionari volte, a loro dire, a rendere meno drammatico l’impatto della direttiva Bolkestein. I funzionari del ministero hanno anche ammesso tutti i problemi che potrebbero arrivare allo Stato dai numerosi contenziosi legali, ma hanno riconosciuto la difficoltà di trovare soluzioni che possano rassicurare le giuste aspettative dei balneari, anche se hanno ben compreso le ragioni di chi è stato protagonista dello sviluppo del settore turistico-balneare quale parte determinante dell’economia del nostro paese. Da parte nostra abbiamo riconosciuto che, a differenza di altri incontri, i collaboratori del ministro Passera si sono dimostrati competenti e preparati, e hanno compreso benissimo tutte le problematiche che abbiamo loro rappresentato. D’Ambrosio si farà premura di trasmetterle direttamente al ministro Passera. Purtroppo, anche in questo incontro abbiamo dedotto che gli input della politica e di certi sindacati stanno ancora pressando nella direzione delle aste. Nei prossimi giorni, unitamente alle organizzazioni sindacali disponibili, illustreremo ai balneari l’esito complessivo dell’incontro per definire insieme le eventuali inziative da intraprendere in previsione anche della prossima conferenza Stato-Regioni, dove la politica risulterà fondamentale per le sorti della nostra categoria».
Una prima assemblea si è già tenuta ieri pomeriggio a San Benedetto del Tronto, organizzata dall’associazione Itb di Giuseppe Ricci. Nando Cardarelli, dirigente del Comitato, ha esposto ai balneari marchigiani l’esito dell’incontro con Passera e Ricci ha risposto così: «Davanti a queste notizie sfavorevoli auspico l’unità tra le organizzazioni di balneari: adesso siamo troppo divisi e inattivi, e non facciamo paura a nessuno». E poi ha lanciato una proposta accolta con favore dall’assemblea: «Giovedì sera Antonio Di Pietro verrà qui a San Benedetto per un incontro pubblico. Andiamo tutti a manifestare».
Presente anche Marcello Di Finizio, autore di numerosi gesti estremi di protesta e non intenzionato a fermarsi: «Ho alle spalle diversi scioperi della fame e un paio di arrampicate ad altezze stratosferiche, come l’Ursus di Trieste e la cupola di San Pietro. Da queste azioni ho sempre ottenuto ciò che volevo: un colloquio con i ministri Gnudi e Moavero. Ma sono sempre stato preso in giro dalle loro bugie: nessuno ha ancora visto il decreto che mi hanno assicurato sarebbe stato pronto a giugno. Per questo non intendo fermarmi, ma la prossima volta che compirò un gesto eclatante dovrete raggiungermi anche voi, per manifestare tutti insieme e fare un silenzio così assordante da spaccare le orecchie. La vostra presenza sarà importantissima».
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